Stasera sembrava fosse la serata buona: Matteo ci ha invitato da lui e, dopo un caffè in compagnia e quattro chiacchiere, Alex, Rossana, Elena e Nicola se ne sono andati e siamo rimasti solo noi due. Speravo che si potesse concludere qualcosa, ma purtroppo non è successo niente! Sarà stato il fratellino a letto, sarà stato il fatto che oramai erano le 23 passate, ma ad un certo punto ho deciso che era meglio andarsene. Perché? Perché il solo vedere la caviglia pelosa di Matteo e guardarlo in faccia considerando che mancavano almeno due ore abbondanti al rientro di suo padre, mi si stavano facendo avanti, nella mia testolina, pensieri pericolosamente morbosi. Sarà strano, ma il fatto che Enrico fosse nell’altra stanza a dormire e che di conseguenza potesse svegliarsi sul più bello non mi disturbava affatto anzi un po' mi eccitava!
So solo che già mi vedevo accarezzare i capelli di Matteo mentre lui mi guardava con quei suoi occhioni da cerbiatto dibattuto sul da farsi. Sentivo già il suo respiro farsi affannoso mentre mi avvicinavo pericolosamente al suo viso ed una mano scendeva ad appoggiarsi delicatamente sul suo pacco che, pur non ingrossato, sentivo già fremere sotto le mie dita. Mi sono visto mentre bloccatolo sullo stipite della porta lo baciavo delicatamente sulle labbra e lui, ormai preso da quel senso strano che ti investe la prima volta e che non sai più dominare, schiudeva le labbra cercando la mia lingua. Lo sentivo già fremere tutto mentre appoggiavo il mio ventre al suo strusciandomi con delicata prepotenza sentivo il suo membro, ormai ingrossato, incontrarsi, attraverso lo spesso tessuto dei jeans, con il mio. Quasi sobbalza quando scostandogli la maglietta infilo una mano sotto e gli carezzo il ventre. Sento ormai che è pronto e porto le dita sul bottone freddo in ottone dei jeans: aspetto la sua reazione e come prevedo non arriva. Slaccio il bottone e, con misurata lentezza, abbasso la cerniera fino in fondo. Quel rumore particolare mi fa salire la pressione: a stento mi controllo e, scostati jeans, appoggio la mano aperta sul tessuto morbido e caldo dei suoi slip di cotone bianco. Matteo continua a farsi baciare: probabilmente non vuole staccarsi solo per non essere costretto ad aprire gli occhi ed ammettere che sta’ succedendo davvero.
Sotto la mano sento il fusto del membro che ha già preso consistenza. Sento le dimensioni, di tutto rispetto per la sua età, e me ne compiaccio. Insinuo prima due dita tra l’elastico ed il ventre poi tutta la mano appoggiando le dita sul fusto e sistemandomi il glande, ormai bollente ed umido, sul palmo. Matteo sospira lungamente ed a fondo. Mi stacco da quel bacio infinito e lui mantiene gli occhi chiusi, mi inginocchio e sono con il viso dinanzi al suo membro ormai completamente eretto e con il glande scoperto. Gli alito sopra ed il ventre di Matteo si contrae spasmodicamente chiaramente per l’eccitazione. Mi appoggia le mani sul capo e, avendo inteso cosa desidera in quel momento, lo accontento: apro la bocca e mi infilo quella calda e profumata verga di carne i tra le labbra, inebriandomi di quel gusto inconfondibile di maschio, sebbene giovane, che mi riempie la bocca. Chiaramente per Matteo è la prima volta e preso dalla foga spinge in avanti a fondo quasi sino a toccarmi le tonsille con il suo turgido glande. Sento l’asta avere uno spasmo. È il primo sintomo: se non lo calmo mi verrà in bocca entro breve e non voglio bruciare così in fretta una situazione così piacevole. Resto immobile ed attendo di sentire il suo respiro farsi più regolare. Dopo un po' comincio ad esplorare il suo pene con la lingua per scoprirne le fattezze. La passo sul fusto, riconosco al tatto le vene spesse e le sento pulsare vivacemente, salgo lentamente, curando di mantenere la lingua ben umida ed usandone la punta seguo i contorni del glande per studiarne perfettamente la forma e le dimensioni. Incontro il filetto e Matteo mi artiglia dolcemente il cuoio capelluto mugolando di piacere. Lo seguo dal basso sino in alto fintantoché la punta della mia lingua si insinua in quel piccolo, e già umido orifizio. Il gusto è buono, leggermente salato, ma soprattutto è di un tepore molto arrapante. Lascio la presa e abbassando leggermente i pantaloni e gli slip, scendo ben insalivato giù fino a quel morbido, peloso e caldo sacchetto. La pelle è rilassata ed i testicoli ben visibili. Appoggio la lingua sotto e li faccio sobbalzare dolcemente mentre con una mano salgo dal basso ventre su fino al capezzolo inturgidito. Glielo sfioro leggermente con l’unghia e Matteo quasi sobbalza emettendo un suono basso e profondo che interpreto come un ringraziamento per le mie cure a quel punto del suo corpo che tanto lo fa godere.
È la prima volta per lui ed è giusto che abbia quello che io credo voglia, per cui lo prendo per i polsi e lo guido sino alla poltroncina bianca poco distante. Gli abbasso completamente i jeans e gli slip in modo da farlo sedere a nuda pelle. Gli slaccio le scarpe e dopo avergliele tolte gli sfilo pantaloni e biancheria. Prendo le sue caviglie ed allargandogli le gambe che appoggio ai braccioli della poltroncina. Lui rimane li, in attesa di qualcosa, scosciato a gambe larghe, nudo dalla cintola in giù con solo i calzettoni di cotone bianco. La vista di Matteo in quella posizione mi sconvolge, ma non dimentico che per la sua prima volta nulla può essergli chiesto, per cui mi inginocchio in mezzo alle sue gambe e prendo a succhiargli il membro. Dapprima il movimento è lento e pacato, poi aumento il ritmo della pompata in armonia al suo aumento del ritmo respiratorio. Poi mi blocco tenendo tra le labbra solo il glande a cui dedico lunghe lappate voluttuose. Matteo ormai è al limite ed io riprendo a farmi scorrere quella verga ormai tesa allo spasmo dentro e fuori dalla bocca. Matteo ormai pronto: prende il ritmo ed a ogni mia discesa verso il suo addome, innalza il ventre per potermelo spingere il più a fondo possibile. Ormai sta’ per venire ed io sono ancora in dubbio se permettergli di farlo mentre lo tengo in bocca o meno. Di solito non lo faccio, ma capisco che per lui sarebbe bello. Alla fine decido per un’altra via: appena sento la prima pulsazione, me lo sfilo dalla bocca ed appoggio le labbra sul fusto e continuo il movimento dal basso verso l’alto e viceversa. Così facendo continuo a masturbarlo con le labbra lasciandogli libero nel contempo di spruzzare verso l’alto il suo caldo liquido. E così è: mentre lo masturbo in quel modo molto personale sento lo sperma schizzare spinto attraverso la canaletta che massaggiò vigorosamente con la lingua.
Matteo mormora qualcosa di incomprensibile mentre viene e mi tiene premuto il viso contro il suo membro con le mani dietro la nuca. Prende fiato, un attimo prima, ed inarca la schiena e schizza una, due, tre volte respirando affannosamente. Lo vedo mordersi nervosamente un labbro: probabilmente si sta trattenendo per non svegliare il fratellino. Chissà cosa non darebbe in questo preciso momento per poter urlare dalla goduria, ma si rende conto che non può e si trattiene.
Poi, così come tutto è iniziato tutto termina. Si rilassa sulla poltroncina e tira un profondo sospiro: ha ancora gli occhi chiusi e credo che se potesse non li riaprirebbe. Continuo e leccargli il fusto mentre diminuisce di volume e lo carezzo dolcemente senza parlare: voglio che si gusti questo momento con tutta la tranquillità possibile. Ed io? Io aspetterò: stasera era la sua grande sera ed era giusto che se la godesse... per me forse un domani ci sarà qualche attenzione. Ma non ho fretta: questa sarà forse un’altra storia ...
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