Le lezioni di Mirko
Avevo appena finito di fare la lezione pomeridiana e ci stavamo prendendo un caffè. «Sai Marco, devo ringraziarti davvero per queste lezioni;» disse Mirko con un tono però un po’ affranto. «Quello che mi dispiace che al momento non siamo passando un momento proprio florido con le finanze, per cui mi infastidisce non poterti ripagare per l’impegno che ti sei preso con me.»
Non capivo il perché di questo discorso da parte di Mirko: era il marito della figlia del mio migliore amico e sapeva benissimo che mi ero offerto io di dargli queste lezioni, perché la materia gli serviva per poter diventare più indipendente nel nuovo lavoro che stava affrontando. «Mirko, non capisco perché fai questo discorso: quando mi sono offerto di aiutarti, ti ho detto forse che volevo essere pagato? Mi pare proprio di no, per cui non angustiarti con questi pensieri. Ognuno di noi fa quello che vuole e può fare. Non voglio più sentirti fare discorsi del genere.» Volevo essere chiaro sul fatto che non doveva sentirsi a disagio per non avere la possibilità di pagarmi le ore impiegate per le lezioni. Come gli avevo appena ricordato ero stato io ad offrirmi, e sapevo benissimo che non era in grado di pagare al momento. Per rassicurarlo aggiunsi: «Poi col tempo se proprio non vuoi restare in debito, un modo si troverà non ti preoccupare.» E ritenni chiuso il discorso.
Mirko invece insisteva, tanto che mi sorse il dubbio che volesse parare da qualche parte in particolare, per cui lo lascai continuare. Mirko era noto tra noi amici e parenti, per il fatto di non essere, spesso, capace di esporre chiaramente i suoi pensieri; e questo lo portava a fare discorsi, inutilmente, complicati per arrivare ad una conclusione che, normalmente, sarebbe stata facile raggiungere in molto meno tempo. Al contempo notavo una sua inquietudine, un leggero nervosismo, mentre cercava le parole per dire quello che sembrava pesargli tanto.
«Forse un qualcosa per ripagarti ce l’avrei, sempre che l’accetti come pagamento per le lezioni.» Lo disse guardando per terra: qualcosa non mi tornava. Che diavolo aver in mente Mirko da procurargli tanto imbarazzo. «Mirko, perché non fai un respiro profondo e mi dici cosa ti sta passando per la testa. Lo sai che con me puoi parlare di tutto senza problemi: al massimo ti dirò che non si può fare;» gli dissi cercando di andargli incontro e renderlo meno nervoso nel tirare fuori ciò a cui stava pensando.
Era chiaro che stava rimuginando sulla prossima frase da dire, come se fosse una frase da cui dipendeva la sua intera esistenza. Non riuscivo a capire questo blocco: in passato ero riuscito a trasmettergli abbastanza fiducia da farlo parlare a ruota libera sei suoi problemi, almeno di quelli con cui non parlava di solito con estranei. Quindi questo passo indietro nella nostra amicizia mi lasciva spiazzato. Ma nell’ottica di Mirko prima della fiducia, ragionai come se fossimo ancora ad allora, e di conseguenza non lo forzai a parlare; avrei ottenuto solo una chiusura completa nei miei confronti.
Mirko era ancora li che giocava con il cucchiaino del caffè appena bevuto; lo vedi gonfiare il petto alzarsi, cosa che mi fece capire che era arrivato alla conclusione che era il momento di parlare, e mi disse quasi tronfio: «ecco posso offrire questo come pagamento;» e lo disse allargando le braccia. Restai un attimo perplesso, da come si era mosso e nella posizione in cui era adesso li piedi con le braccia distese, sembrava stesse mostrando qualcosa che però che non riuscivo a vedere; cercai velocemente di capire a che diamine si stesse riferendo, ma proprio non capivo. Mirko sembrò intendere che non ci arrivavo e sbuffando aggiunse: «Insomma mi offro io come pagamento, quanto meno il mio corpo, se per te può valere qualcosa!!»
Restai di stucco: non riuscivo a capire. Mirko era eterosessuale fino all’osso, almeno a detta di sua moglie. È pur vero che scherzando, ma più di una volta, avevo fatto notare al marito, che aveva un ché di dolce come si dice da noi, ossia alcune caratteristiche che facevano pensare a qualche tendenza omosessuale latente o soppressa; ma da queste supposizioni, al fatto che si stesse offrendo di pagarmi le lezioni con del sesso, beh ne passava di differenza!!!
«Mirko, non vorrei aver capito male, ma mi stai dicendo di volermi pagare con del sesso?» Fu l’unica cosa che gli dissi, tanto per chiarire che consideravo l’argomento molto serio. «Si» fu l’unica cosa che disse, guardandosi i pollici mentre li martoriava per la tensione. Prima che riuscissi a dire altro aggiunse: «mi sono informato un po’ su come funziona a letto tra voi gay, chiaramente se sei attivo allora accetterò anche Il fatto di dover perdere la verginità, solo ti pregherei di metterci un po’ di attenzione essendo la mia prima volta.»
Davvero, a quel punto, non sapevo più che fare: da un lato sentivo la bava che mi saliva alla bocca, per le tante possibilità, che questa sua decisione mi si stavano ponendo dinnanzi; dall’altra invece mi compariva in mente l’espressione furibonda di sua moglie, al momento avesse scoperto la cosa. Insomma Mirko mi stava mettendo in una gran brutta situazione, e mentre pensavo che se non mi sbrigavo a dire qualcosa sarebbe successo di peggio, avvenne: «Se non ti piaccio come maschio dillo liberamente, è una vita che vengo scaricato perché troppo piccolo o troppo magro. Quando ho incontrato mia moglie nemmeno ci credevo che volesse stare con me: piccolo, magro e peloso come sono.»
Ecco aveva dato il colpo di grazia: descrivendosi in quel modo aveva acceso la mia fantasia sessuale, forse sapendolo, forse no. Dovevo trovare il modo di uscirne prima di trovarmi inchiodato con le spalle al muro da una situazione in cui non avrei dovuto infilarmi. Mirko parve capirlo così mi si avvicinò pericolosamente: la sua bocca a pochi millimetri dalla mia, con lui in punta di piedi per raggiungermi. Che dovevo fare? Baciarlo e così accettare implicitamente la sua offerta, o scansarlo e cercare di farlo ragionare senza però che si offendesse per il rifiuto. Di nuovo Mirko sembro leggermi il pensiero: mi prese il viso tra le sue manine e mi tirò a se cominciando a baciarmi prima a bocca chiusa poi estraendo la lingua che usava dannatamente bene, per forzare quell’ultimo ostacolo che stavo cercando di frapporre tra lui e me, tra lui e sua moglie..
Quando però mi arrivò la sua saliva dalla lingua persi ogni remora: lo cinsi al fianco portandolo a contatto diretto con me: il piccolo fauno etero era già ben eretto sotto il suo jeans!! «Quanto sono idiota» mi dissi «questo bastardello ha studiato tutto sin dal principio: le lezioni, non avere come pagarle, il pagamento in natura, era tutto programmato e calcolato al millesimo;» ed io ci ero cascato come un idiota. Nonostante questi pensieri che pompavo al mio cervello per cercare di reagire e fermarmi prima del fattaccio, Mirko continuava a pomparmi la sua saliva in bocca, mentre con la lingua cercava di entrare sempre più in profondità nella mia, quasi cercasse di raggiungere la gola.
Quando quell’infinito, e fuori luogo, bacio finì mi guardò sorridente: il bastardo sapeva di aver fatto breccia e di averla avuta vinta. Ero ancora tentato di dirgli che non se ne faceva nulla, così da fargli passare quel sorrisino idiota dal viso, ma lui continuava a strusciarmi il suo cazzo duro sul mio, ormai più duro del suo: era come se qui pochi millimetri di cotone che separavano i nostri due cazzi non esistessero: entrambi riuscivamo a percepire la forma del membro dell’altro, delle vene gonfie, lui sentiva il mio prepuzio scoperto per la circoncisione, io sentivo invece la sua pelle scivolare sul suo glande scoprendolo e ricoprendolo, man mano che spingeva, o allontanava, di qualche millimetro il suo bacino dal mio.
«Quindi adesso come funziona?» Mi chiese Mirko davvero più incuriosito, che spaventato, da cosa lo poteva aspettare e si aspettava chiaramente una risposta da me, mentre continua a strusciare ritmicamente il cazzo contro il mio. Ero indeciso sul da farsi: era chiaramente la prima volta, per lui, con un altro maschio, e di sicuro non volevo fargli male, visto che avrebbe potuto, poi, raccontare quello che sarebbe successo a sua moglie che avrebbe, a quel punto, voluto la mia testa su un piatto d’argento!
Decisi di metterlo alla prova li nello studio, prima di trascinarlo per i capelli in camera da letto: armeggia con la cintura ed il bottone d’ottone dei suoi jeans «Chi diavolo porta ancora i jeans con i bottoni?» Pensai tra me e me mentre infilavo la mano dentro il suo boxer. Rimasi un attimo perplesso quando sentii la mano bagnata: aveva già irrorato una buona quantità di pre sperma, il che mi faceva considerare che davvero volesse farlo. Gli strinsi il fusto tra le dita iniziano a muoverle su e giù: Mirko inizio ad ansimare rumorosamente. A quel punto volevo la prova provata che davvero lo volesse così prendo una delle sue mani e me la porto sul pacco. Lui al momento si fa guidare e quindi si ferma, come in attesa di istruzioni. Poi ci arriva da solo… fa quello che ho fatto io praticamente, mi pare i pantaloni ed infila la mano dentro il mio slip. Dilata gli occhi per la sorpresa e tentennante mio domanda: «non ho preso per sbagli il fazzoletto vero?» Credo che il sorriso sornione che feci in risposta lo spaventò un attimo. «No ed adesso hai un’idea realistica di cosa ti aspetta se non ci fermiamo, quindi dimmi tu cosa vuoi fare…» l’ultima ancora era stata lanciata: se l’avesse presa la cosa sarebbe morta li e nessuno dei due ne avrebbe mai più parlato. Ma non lo fece… quasi con uno sguardo di sfida si inginocchia, mi abbassa lo slip e poi si ferma ancora a studiarlo: «in tanti anni di spogliatoio non ho mai visto un affare del genere.» Mi disse senza alzare lo sguardo. Si avvicinò lentamente alla mia cappella totalmente scoperta e fradicia, lo sento che annusa, forse per capire se il mio pre sperma ha lo stesso odore del suo. Vedo i capelli e la punta dal naso stando in piedi per cui non riesco a vedere le sue espressioni… ma ad un certo punto vedo la punta della sua lingua spingersi in avanti così da toccare appena la cappella e ritirarla di scatto come se si fosse bruciato con una bevanda troppo calda.
Sento che schiocca la lingua e sospirando si fa sfuggire un «però non è male… un po’ salata, ma niente di schifoso come temevo.» Detto questo mi da una lenta e lunghissima leccata alla cappella, chiaramente ha due scopi quel gesto: farmi sentire che si sta dando da fare, e in seconda gustarsi il mio pre sperma che evidente era più buon dei suo!!
Prima che riuscissi a dirgli qualcosa sento le sue labbra calarmi sul cazzo: comincia ad accennare ad un pompino, ma inesperto com’è non sta usando la lingua. Lo fermo, lo faccio alzare, mi inginocchio io e gli do una dimostrazione di come si fa un pompino tra maschi, lavoro di gola compreso. Non ha un cazzo enorme Mirko ma i suoi 17cm li fa tutti e un buon spessore che già mi pregusto da qualche altra pare che non sia in bocca. Quando scendo di gola lo sento oscillare… quasi gli cedono le gambe e gli scappa un «si cazzo, dai pompa di gola, cosi si fa!!»
Mi rendo conto che ho corso troppo: non deve bruciare le tappe per cui mi stacco dal suo cazzo, ignorando il suo disappunto ,espresso con un lamento, lo prendo per una mano e me lo trascino in camera. Fermi vicino al bordo del letto con i rispettivi pantaloni aperti ed i cazzi irti e bagnati Mirko mi guarda come a chiedermi che deve fare. Non dico nulla… comincio togliendoli la maglietta: mi si presenta in tutta la sua bellezza di fauno che ho sempre immaginato: pelo dal collo alla cintura dei pantaloni. Un pelo sottile ma fitto, ormai in alcune zone zuppo di sudore per l’eccitazione. Vedo a malapena i capezzoli che sembrano nascondersi nel pelo.
Comincio a toccargli la pelle, solo uno sfiorare che possa appena percepire come una brezza che gli sposta il pelo. Come immagino appena mi avvicino alla zona dei capezzoli comincia di nuovo ad ansimare. Ci giro intorno, molto vicino ma senza toccarli, annuso il suo odore di maschio dal sudore dal petto: per fortuna Mirko usa poco deodorante e solo la dove serve, così la mia lingua può gustare con tutta calma il suo vero gusto. Ma stando sempre attento che sia uno sfiorare, anche con la lingua.
Mirko ansima, non capisco se per la goduria, o perché ha realizzato che siamo a meno di 20 cm dal letto matrimoniale dove, lui ne è certo, sicuramente perderà, soffrendo, la sua verginità anale. Non vedo perché contraddirlo: averlo così teso per le mani è eccitante. Gli infilo un dito in bocca senza dire nulla e lui di riflesso, lo lecca irrorandolo abbondantemente di saliva: grave errore, ma lui non lo sa ancora. Se ne rende conto quando comincio a toccargli la punta del capezzolo ormai dura quanto il suo cazzo. Quasi caccia un grido, ma e strozzato perché ha la gola secca a furia di ansimare. Massaggio dolcemente, sfruttando la sua saliva la zona intorno il capezzolo evitando accuratamente la parte in erezione.
Gli infilo un altro dito in bocca e lui, prontamente, ripete il carico di sputo; eseguo la stessa manovra sull’altro capezzolo senza smettere sul primo… sento il suo cazzo avere uno spasmo contro il mio, e qualcosa di caldo ed umido scendermi sul fusto. Lui oramai è come ipnotizzato: respira al ritmo con cui gli massaggio la zona intorno capezzoli e non dice una parola, ma gli occhi sono lucidi per l’eccitazione constate l’apparente stato di ipnosi. Vado avanti un po’ con il gioco del massaggio sull’anello intorno i capezzoli: un po’ su entrambi i capezzoli, un po’ su uno alla volta: Mirko non si rende nemmeno conto che l’ho sdraiato sul letto. Dedico che è ora di svegliarlo da quel torpore: creo un cerchio con le labbra intorno il capezzolo destro, premo bene con le labbra sulla pelle e poi comincio a succhiare avidamente.
Come prevedevo, appena i denti sfiorano la parte irta del capezzolo lui sobbalza, mi prende la testa a me la preme forte come ad incitarmi a succhiare di più. Lo accontento sapendo che non reggerà molto: nel sesso lo slittamento dal piacere al dolore può essere piuttosto veloce. Tempo nemmeno 30 secondi comincia a lamentarsi ma non mi molla la testa. Lo forzo un po’ e mi sposto sull’altro capezzolo, riprendendo lo stesso gioco… questa volta tenendo d’occhio la sua cappella ormai esposta per più di un terzo dalla pelle del cazzo. Appena mordicchio il capezzolo duro quasi come il legno vedo una goccia uscire velocemente dal cazzo di Mirko: ormai era andato! Avrei potuto imporgli quello che volevo: in quello stato non avrebbe rifiutato nulla da me.
Restava il fatto che volevo fare il bravo, per cui continuando a stimolargli i capezzoli con le dita insalivate gli monto sopra… sento il suo cazzo duro tra le chiappe: lui non ha ancora capito cosa sta per succedere. È ancora troppo preso, dalle sensazioni che gli arrivano dai capezzoli. Libero una mano da uno dei suoi capezzoli, ci sputo dentro e mi insalivo il buco del culo mentre lui gode ancora della stimolazione del capezzolo ma al cervello comincia ad arrivare anche lo stimolo della sua cappella che sta strusciando tra le mie chiappe.
Prima che realizzi cosa sta succedendo mi sollevo il necessario e punto la sua cappella al mio buco… mi rilasso il più possibile mentre aumento il carico sul capezzolo ancora in gioco. Quando mi sento pronto a riceverlo, mollo i capezzolo senza preavviso. Lui sussulta, mi guarda negli occhi come a domandarmi perché mi sono fermato ma in quel momento il cervello gli trasmette la percezione della sua cappella che sta entrando nel mio buco!!
Avreste dovuto vedere la sua espressione… era troppo bella: un misto tra ‘ma cosa?’ è ‘no: non ci credo che stia succedendo’.
Mo fermo quando sento che la cappella è totalmente dentro. Comincio a stringere e rilassare ritmicamente i muscoli dello sfintere: lo vedo prendere fiato come se avesse ricevuto una doccia fredda, e un attimo dopo «co, co, cosa stai facendo? Se non smetti vengo in tempo zero!» Gli sorrido fermando quel gioco di stringi e rilassa e gli chiedo con tono canzonatorio: «davvero vuoi che smetta?»
Mi gusto il suo sguardo confuso, indeciso, vorrebbe ma si rende conto che se viene tutto finirà li, non sa che rispondermi e mentre lui pensa io calo senza pietà verso il suo inguine, infilandomi tutto il suo cazzo su per il culo. «Fermo, fermo, fermo ti prego: non voglio venire subito!!»
«Ma io non mi sto muovendo, gli ho fatto solo finire il tragitto di entrata» gli risposi sorridendo, ma non credo capì che lo stavo sfottendo. Prima ancora che mi risponda allungo una mano dietro di me e gli comincio a carezzare i coglioni. Vedo che gradisce, così insisto: Mirko sta per dire qualcosa e lo anticipo: «Non dirmi che pure questo ti fa venire!!»
Mirko chiaramente con un velo di disillusione sugli occhi mi dice «Ok, hai vinto: io non riesco a resistere molto di più. Se vuoi farmi sborrare fallo, ma poi non lamentarti se non ricambio.»
Come risposta mollo i suoi grossi coglioni, mi piego in avanti per poterlo baciare in bocca e, mentre ci slimoniamo, inizio a muovere il bacino su e giù. Vuole dire qualcosa mentre ci stiamo bacando avidamente, ma non glielo permetto, so già che sarebbe l’ennesima lamentela sul fatto che non vuole venire subito. Non ha capito il ragazzotto che voglio che venga, così che possa gustarsi il seguito senza dover stare li continuamente a controllarsi dal venire.
Lo ignoro e aumento il ritmo del movimento alto/basso/alto del bacino e gli dico mentre lo faccio: «visto che non mi scopi tu mi scopo da solo!» Allo stesso tempo gli faccio un gran sorriso per fargli capire che lo sto prendendo in giro, ma ottengo quello che volevo in realtà: colpito nell’orgoglio mi afferra saldamente per i fianchi e comincia a fottermi da sotto. «Finalmente!!» penso contento. Io fermo il mio movimento di bacino restando leggermente sollevato così che lui abbia spazio per fottermi da sotto.
So già che non durerà molto, ma mi sta bene così: meglio che si scarichi ora per godersi tutto il rimanente dopo senza l’urgenza di svuotarsi le palle. sento Mirko aumentare il respiro, controllo l’addome e lo vedo contrarsi. Lui mi guarda come a chiedermi scusa: «non ce la faccio più!!» Ed io «Allora lasciati andare… lasciala andare, scarica tutto senza risparmiare una goccia!»
Non so se è stata la mia frase o se comunque lui era davvero al limite: ma da un gran colpo verso l’alto sollevandomi dalla mia posizione di buoni 3/5 cm: resta a ponte mentre rilascia il primo schizzo che sento bollente ed abbondante dentro di me, ad ogni schizzo da una spinta violenta, per quando il suo piccolo corpo da elfo gli permette ovviamente. Il ragazzo ha la sborrata lunga penso mentre mi godo tutte le spinte pelviche che da per trasferire il suo sperma dalle sue palle nel mio buco. Ad un certo punto collassa… cade giù e quasi si sfila il cazzo ancora durissimo dal mio buco… gli vado appresso così che resti ben dentro al caldo.
Lui ansima chiaramente in debito di ossigeno: ne ho visti altri in passato arrivare quasi a farsi mandare l’ossigeno mentre vengono. Trattengono il respiro tutto il tempo necessario a svuotare totalmente i testicoli. Ha gli occhi chiusi, ha evidentemente bisogno di un attimo per riprendere fiato. Sento il suo cazzo che comincia a perdere volume, e conseguentemente goccia del suo sperma che scolano lungo il suo membro impiastricciandogli tutto il pelo delle palle.
Mi sdraio affianco a lui, voglio che abbia tutto il tempo che gli necessita per ripigliarsi e rendersi conto che ha appena inculato un maschio!
Passano i minuti e lui sembra quasi addormentarsi, «Eh no… dormire no» mi dico. Porto la faccia sul suo cazzo ormai moscio ma tutto impiastricciato di sperma e comincio a pulirlo usando, volutamente con lentezza, la lingua per raccogliere quel ben di dio. Appena la pelle della mia lingua entra in contatto con il suo cazzo fradicio, fa un respiro profondo, si solleva appoggiandosi sui gomiti e mi dice «Guarda che non devi, posso andare a lavarmi.»
Lo guardo sorridendo e gli dico: «Tu non hai idea di cosa ti aspetta prima che potrai andare a lavarti…» e così facendo mi misi in posizione di 69 offrendogli il mio cazzo duro come il marmo mentre io finivo di pulire il suo, che per inciso in reazione al mio lavoro di pulizia si stava già riprendendo»
Mirko mi chiede se possiamo fumare una sigaretta prima di continuare, concordo con lui che se la sia meritata.
Sdraiati uno a fianco all’altro ognuno con al sua sigaretta entrati stiamo pensando per conto nostro. Non so lui che stesse pensando ma ad un certo punto, senza girarsi, mi chiede «Adesso tocca a me darti il culo vero?» Il tono non era allarmato, ma solo di chi voleva sapere cosa lo aspettasse. Presi una boccata di fumo facendolo usare facendo dei cerchi con le labbra e dopo gli risposi: «il tuo culo sarà l’ultimo evento della giornata: considera che abbiamo almeno altre 6 ore prima che tua moglie dia l’allarme sparizione marito; pensa cosa potremmo fare in sei ore prima di toglierti la tua tanto preziosa verginità»
Mirko fece una risata a voce alta: non era una risata nervosa, piuttosto una risata di chi era curioso di capire, come avrei riempito quelle sei ore, prima di arrivare al suo immacolato buco del culo per rimuovergli quel marchio di verginità…
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