La festa andava terminando, sempre più gente salutava, Franco e suo fratello, mentre si accingevano a prendere la strada di casa, dopo quella serata in compagna e divertimento: nulla di straordinario, solo che a Franco ed ad Ale piaceva, ogni tanto, organizzare serate in compagnia, così da passare qualche ora in amicizia con i conoscenti; per di più almeno un terzo degli invitati erano amici comuni ad entrambi i fratelli, per cui, bene o male, si conoscevano quasi tutti, chi direttamente, chi in quanto amico di un amico.
«Volete una mano a mettere in ordine?» Chiese Mirko, mentre prendeva il suo giubbotto dal porta abiti, in ingresso. Mirko non era nuovo a dare una mano alla fine delle loro serate in compagnia, ma Franco ed Ale diedero un’occhiata in giro per la sala e la cucina: non c’era poi tutti quella gran confusione. «No grazie Mirko, poi sarebbe ora che anche qualcun altro, ogni tanto, si offrisse al posto tuo!» Gli rispose sorridendo Ale, il maggiore dei due fratelli. «Vai tranquillo a casa, che qui ci pensiamo noi: la lavastoviglie farà il grosso stanotte, mentre dormiamo, domattina sistemeremo i locali, non c’è questo granché da fare, tutto sommato.»
Franco guardò il fratello e poi la stanza, in effetti, a parte tutta una serie di bicchieri e bicchierini, non c’era quel granché in giro, di cose da pulire. Questa volta i fratelli avevano evitato il ripetersi di situazioni incresciose, come successo qualche tempo prima, chiudendo a chiave le camere da letto. Non era stato simpatico, dopo aver pulito tutto in giro per casa, buttarsi a letto e trovare le lenzuola tutte fradicie di un liquido che non poteva essere confuso con nessun altro, dal suo odore pungente!!
Da quella volta i fratelli avevano deciso di continuare le loro serate, ma chiudendo a chiave le stanze in cui non volevano che girassero persone senza inibizioni, e senza educazione soprattutto!!
Mirko salutò, per l’ultima volta, uscendo e chiudendosi la porta alle spalle. «Dai prima cominciamo prima finiamo…» incitò Franco, il minore dei due fratelli, ad Ale. Ci volle meno di mezzora a sciacquare tutto e riempire la lavastoviglie. «Che dici? Accendiamo ora o domattina?» Chiese Ale al fratello più piccolo. «Non fa sto gran rumore, accendila adesso almeno domattina dovremo solo svuotarla ed avremo finito.»
«Vai prima tu a farti la doccia? Io apro intanto il divano letto» disse Franco al fratello. «No dai visto il casino che ce qui dentro, per stanotte puoi dormire con me.» Rispose Ale, mentre andava verso il bagno a farsi la doccia.
I due fratelli non vivevano insieme, ma Franco che era al secondo anno di facoltà, aveva chiesto al fratello, se durante la settimana potesse dormire da lui, visto che viveva nella città dove Franco studiava. Inizialmente Ale non era molto convinto della convivenza: avevano condiviso da sempre la stanza, nella casa dei genitori, e l’idea di ricominciare a dover condividere casa, non lo gli piaceva poi così tanto. Franco per convincerlo gli disse che avrebbe comprato a spese sue un divano letto da mettere in sala: Ale viveva in un appartamento con due sole stanze da letto, ed una l’aveva attrezzata a mo’ di studio, quindi Franco, che non voleva essere un peso, decise che avrebbe sistemato un divano letto in salotto ed avrebbe dormito li. D’altronde era sempre stato dei due fratelli quello che si svegliava prima, per cui non sarebbe stato un problema non avere una stanza tutta sua. Inoltre non aveva settimane di lezione, con obbligo di presenza, molto spesso, quindi l’appoggio logistico capitava una volta al mese di media. Ale chiese tempo per pensarci, ma alla fine gli disse che si poteva fare: chiaramente impose una serie di limitazioni e regole, che Franco avrebbe dovuto seguire accuratamente, altrimenti gli avrebbe revocato il supporto per il posto letto.
Ale chiaramente, essendo casa sua, aveva un letto matrimoniale nella propria stanza da letto, ed era già successo che a fine di una delle loro serate in compagnia, qualcuno avesse bevuto troppo, così lo facevano dormire sul divano letto ed Ale permetteva, a quel punto, a Franco di dormire con lui nel lettone. Sapeva che Franco era gay, ma era più che certo che non ci avrebbe mai provato con lui: non l’aveva fatto negli anni in cui condividevano la camera da letto in casa genitori in cui entrambi, spesso, giravano nudi senza problemi; e nemmeno in quelle occasioni in cui era capitato di masturbarsi assieme guardando un porno, sebbene Ale sapeva che il fratello si stava segando sul lui della coppia, mentre lui si segava sulla lei… per cui condividere, occasionalmente, il lettone con il il fratello minore non lo preoccupava affatto.
Forse inizialmente lo aveva un po’ lasciato di stucco il fatto che il fratello minore dormisse totalmente nudo, ma alla fine non ci fece più caso, ed a dire il vero, quando era solo, specialmente d’estate, aveva iniziato a dormire nudo anche lui.
Franco restò in boxer guardando un po’ la televisione, aspettando che Ale uscisse dalla doccia, più di una volta in situazioni simili gli era balenato in testa di prendere la scusa di fare prima, ed a provare ad infilarsi in doccia con il fratello, ma era sempre rimasta solo una fantasia, sulla quale si era masturbato più di qualche volta nel tempo, sin da quando vivevano ancora insieme.
Dopo una decina di minuti Ale si affacciò, con un asciugamano in cinta, alla porta della sala: «ho finito, puoi andare in doccia se vuoi…» il se vuoi era puramente un’abitudine: non avrebbe mai diviso il letto con Franco senza che si fosse docciato: entrambi i ragazzi erano molto pelosi e con un sudore dall’afore piuttosto intenso, cosa che ad Ale non faceva proprio molto piacere. Finché era il suo di odore, ok, ma se Franco doveva dormire con lui, allora la doccia prima di infilarsi a letto, nudo poi, non era una alternativa, ma un obbligo.
Franco lo sapeva bene, per cui spense il televisore ed andò in bagno a farsi la doccia. Tolti i calzini, il boxer e la maglietta li infilò direttamente nel porta biancherai dedicato a lui da fratello, poi sotto il getto d’acqua bollente. Insaponandosi indugiò un po’ troppo nelle parti intime, e come sempre sotto lo scroscio dell’acqua calda, si ritrovò in piena erezione in tempo zero… sorrise tra sé e sé, pensando di essere troppo stanco per masturbarsi, per cui inverti i rubinetti, venendo innondato di acqua gelida per qualche secondo. Cosa che risolse subito il suo piccolo problema. Uscito dalla doccia si asciugò con il proprio accappatoio, Ale preferiva l’asciugamano, per cui lo spazio sul piccolo appendino in bagno, era libero e poteva tenere il proprio accappatoio li, visto che Ale non lo usava.
Asciugatosi bene, facendo attenzione a restare con al stoffa morbida il meno possibile in zona genitali, si accorse guardandosi allo specchio mentre si asciugava i capelli che aveva i capezzoli totalmente inturgiditi. «Buon per te che non ti piace il sesso tra maschi fratellone, sennò stasera finiva male…» si disse tra sé e sé, notando che aveva del liquido trasparente che gli gocciolava dal glande. «Maledizione: avrei fatto meglio a scoparmi qualcuno stasera… sarà dura dormire!!» E pensando a come evitare al fratello maggiore la vista del suo pene barzotto ed umido, si diresse verso l’unica stanza da letto.
Entrato in camera, Ale aveva ancora la propria lampada sul comodino accesa, in attesa che il fratello si infilasse a letto, Franco fece il possibile per dare di spalle ad Ale così da non fargli vedere che era un tantino eccitato. «Penserebbe subito che sia lui ad eccitarmi… non che un giro non glielo farei fare, ma non mi stimola sino a questo punto;» pensò Franco mentre si infilava nel lettone, cercando sempre di stare di schiena al fratello. «A posto?» chiese Ale, «si, si, spegni pure» rispose Il fratello. Ale spense la lampadina sul comodino, augurò la buonanotte al fratello e silenzio…
Franco cercò di penare a cose che gli facessero passare la voglia, ma il buio della stanza ed il silenzio, quasi assoluto, non fecero altro che fargli riprendere il pompaggio della circolazione tra le gambe, e si sentì il cazzo duro strusciare sul lenzuolo di cotone del fratello. «Se sa che gli sto sporcando il lenzuolo con il mio pre sperma mi ammazza!!» Pensò sorridendo all’idea. Di botto sentì Ale alzarsi sbuffando «Che succede?» Chiese Franco preoccupato di essere stato beccato col cazzo in tiro. «Fa un caldo becco, apro un po’ gli scuri e vediamo se entra un po’ d’aria» fu la risposta secca di Ale, aperse un po’ gli scuri dell’unica finestra della camera e tornò a letto. Franco inizio a preoccuparsi: sapeva di essere tra il fratello e la finestra. E da quest’ultima entrava un po’ di luce dei lampioni sulla strada, quindi il profilo del suo corpo sarebbe stato visibilissimo al fratello se avesse guardato. Cercò di restare sdraiato sul fianco così da non fa vedere la sagoma svettante del suo pisello totalmente in attività e che non pareva sentire ragioni di tornare a riposo.
Franco pensò anche di andare in bagno a masturbarsi per risolvere la faccenda. La voce di Ale lo raggerò, visto che Franco pensava che ormai fosse quasi del tutto tra le braccia di Morfeo. «Lo sai vero, che lo vedo da qui?» Franco cercò di fare lo gnorri e simulando una voce impastata da sonno «vedi cosa Ale?» «Il tuo cazzo duro e scommetto anche che mi hai bagnato il lenzuolo…» non c’era tono di accusa da parte di Ale, era più un tono rassegnato. «Ma che dici, stavo quasi per addormentarmi, adesso mi hai svegliato del tutto.» Franco cercò di simulare di esser scocciato finché gli mancò il respiro ed il cuore saltò un battito: una mano forte e piuttosto callosa, gli aveva afferrato il cazzo saldamente «Certo Franco, ce l’hai così quando dormi vero?» Gli sembra di vedere il fratello sghignazzare pensando di mettere Franco in imbarazzo.
Franco, a quel punto, non volle stare al gioco… allungò la mano indietro infilandosi tra le cosce del fratello e trovò il cazzo del fratello duro incannato, più del suo, se fosse stato possibile. «Bhe vedo che non sono l’unico ad avere i calori notturni…» e si girò in modo da vedere, nella penombra il volto del fratello, a pochi centimetri dal suo, a quel punto.
Franco continuava a stringere, ma senza muovere la mano, il cazzo di Ale che aveva un respiro un po’ più affannato di prima… Franco conosceva bene il fratello, seppure non vedeva il viso chiaramente, ricordava bene la sua espressione quando, da ragazzetti 17enni, glielo prendeva in mano domandando sfrontatamente «vuoi una sega? Sai che mi piace fartele.»
Mentre evocava quel ricordo sentì Ale muoversi… lentamente, avanti e indietro, come a scopargli la mano. Franco non sapeva se dire qualcosa o stare fermo lì e lasciarlo fare. Non avevano più 17 anni: lui ne aveva adesso 23, ed Ale 25, se voleva del sesso vero, doveva dirlo chiaramente. I tempi delle seghe tra fratelli, secondo Franco erano terminati da un pezzo!!
Franco attese che muovendosi Ale gli facesse scivolare il fusto del cazzo totalmente in avanti, a quel punto raggiungere i testicoli del fratello fu un attimo, li prese e strinse gentilmente, ma con fermezza: «Che vogliamo fare fratello? I tempi delle seghe, per me almeno, sono passati da po’ ormai! Se vuoi segarti puoi farlo, lo sai che non mi scandalizzo, ma se vuoi qualcosa da me, devi chiedermela chiaramente adesso come adesso.»
Ale come unica risposta cominciò a muovere il bacino avanti ed indietro, apprezzando quel lieve dolore che la stretta del fratello alle palle, gli procurava: forse sperava che il fratello minore capisse cosa voleva da lui, ma Franco non dava segno di voler cedere sul punto. «Non mi sono spiegato Ale: se vuoi puoi avere tutto da me, ma devi essere esplicito. Non abbiamo più 17 anni, e non voglio che un eventuale mio fraintendere qualche tua richiesta, porti a rovinare il nostro ottimo rapporto.» Ale ormai ansimava parecchio e Franco sentiva le prime gocce di pre sperma bagnargli il polso, dove la cappella di Ale strusciava mentre si muoveva lentamente, senza smettere quel su e giù lento, ma costante. «Posso avere proprio tutto solo chiedendo?» A Franco parve di vedere nella penombra della stanza il sorriso malizioso del fratello mentre glielo chiedeva. «Beh dipende… hai ragione che tutto sia pericolosamente vago, ma in linea di massima con te si… tutto intendo tutto!»
Ormai non era più chiaro chi dei due stesse giocando sporco, approfittato della penombra, e quindi del non poter essere visti in faccia man mano i due si spingevano sempre più la con i discorsi. Ale non rispose, ma comincio a segare il cazzo a Franco che lo bloccò con l’altra mano: «non mi sono spiegato fratellone: chiedi o dormi!» Ale sbuffò rumorosamente dando segno di non apprezzare l’atteggiamento del fratello minore. Allentò la presa sul cazzo di Franco il quale pensò di essersi giocato la partita, perdendo, per essersi incaponito nel pretendere una richiesta esplicita.
Ale si mise con la schiena sul materasso ed intrecciò le mani dietro la nuca: «una volta non la facevi così difficile: bastava che uno dei due prendesse in mano il cazzo dell’altro per giocare senza problemi. Cos’è sta novità delle dichiarazioni esplicite di intenti? Non ero abbastanza chiaro su cosa avrei voluto? Dico avrei voluto perché ormai mi hai fatto passare la fantasia…»
Franco sapeva benissimo che il fratello stava mentendo, almeno in parte: quella parte in cui dal lenzuolo sollevato, a mo’ di iurta sul suo pisello, dimostrava esattamente il contrario di quanto stava affermando! «Beh le seghe tra fratelli sono piuttosto comuni all’età in cui ce le scambiavamo, ma ormai siamo decisamente cresciuti. Tu sai che sono gay, come io so che sei etero, quindi prima di spingermi in zone che potrebbero essere pericolose voglio essere certo che è quello che vuoi davvero: basterebbe un fraintendimento per mandare a quel paese il nostro rapporto tra fratelli, che tanti nostri amici ci invidiano.»
Ale sembrava pensare a quello che Franco gli aveva appena detto, o forse stava solo maledicendo Franco per aver rovinato il momento. Franco non poteva esserne certo, ed il silenzio che si prolungava, gli faceva prevedere che in effetti il momento era andato, ormai.
Augurò la buonanotte al fratello e stava per girarsi su un fianco per prendere sonno, quando Ale lo fermò dicendo: «Non ricordavo ti arrendessi tanto in fretta quando qualcosa ti interessa…» era chiaro dalla voce che stesse sorridendo. «Non ricordo che tu abbia mai mostrato interesse ad andare oltre lo scambiarci seghe!» Rispose Franco stavolta un po’ stizzito: a che gioco voleva giocare Ale con lui?
«Senti Ale: se vuoi una sega ok, ne abbiamo fatte tante in passato, non vedo problemi, ma se, come mi pare di capire, vuoi andare oltre, allora meglio mettere in chiaro qualche punto… continuo o mi fermo?» Franco diete il tempo al fratello di metabolizzare cosa gli avesse appena detto. Se gli avesse chiesto di chiarire i punti da definire allora Franco sapeva che stavolta Ale non si sarebbe accontentato di una semplice sega ricambiata, se invece avesse dato la buonanotte allora era chiaro che non ci stava a giocare alle condizioni del fratello minore. Passato ormai il minuto abbondante, con Franco che ormai pensava di aver capito che il fratello non ci stava ad approfondire: «sentiamo quali punti devi chiarire allora… poi decido.»
Era tipico di Ale pensava Franco: voleva sempre avere, anche solo apparentemente, il controllo della situazione, per quello aveva aggiunto quel poi decido. «Ahh poca roba…» inizio Franco, «Punto uno: quel che si fa sarà reciproco per entrambi anche se non importa chi per primo… punto due: vale sempre il punto uno!»
Ale rise fragorosamente facendo sobbalzare il materasse e Franco di conseguenza!
«Era un ok?» Chiese Franco cercando di restare serio mentre il suo cazzo cominciava nuovamente ad indurirsi molto velocemente. «Si è un ok, ma decido io cosa e quando farlo…» Franco pensò che lasciare la gestione del cosa provare, e quando provarlo, ci poteva anche stare, anche se dargliela vinta, al solito, sull’avere il controllo di tutto, non gli piaceva molto, ma piuttosto che nulla, decise che andava bene così.
«Ok da che vuoi cominciare allora?» Ale sembrò pensarci un po’ su, ma Franco sapeva benissimo che aveva in mente qualcosa di preciso sin dall’inizio di quella strana situazione. Dopo secondi, che a Franco parvero minuti, Ale si levò il lenzuolo da dosso, scoprendo così anche Franco, ed con sorpresa di quest’ultimo il fratello era già nudo, con una erezione a piena potenza bene in evidenza nonostante la scarsa luce. Non commentò il fatto che era la prima volta che dormiva nudo, almeno con lui. «Dai salta su» disse solo Ale, indicandogli il cazzo fremente dalla voglia di provare qualcosa di nuovo… «così a secco???» Chiese quasi stupito Franco al fratello… «e mica sarà il primo che prendi in culo no?» Chiese quasi stupido dalla domanda del fratello. «Ale, giusto una domanda: ma l’hai messo in culo, anche ad una ragazza?» Il silenzio fu una risposta più che eloquente per Franco. «Ok allora lascia che gestisca la cosa io, prima di squartarmi come un maiale da macello!!» Disse ridendo, il che servì a stemperare quell’attimo di tensione che si era creato alla domanda sul fatto che non avesse mai inculato nessuno.
Franco salì a cavalcioni sul fratello appoggiandosi ,il fusto del cazzo di Ale, bene tra le natiche, cominciò a muoversi lentamente su e giù per capir quando duro e quanto bagnato fosse il fratello, inoltre sapeva per esperienza che la carezza sulla cappella del pelo del culo di solito era piuttosto gradita dai, quelli che lui chiamava, veri maschi: Franco aveva sempre avuto una certa antipatia per i maschi che si depilavano. Aveva detto di no, anche a dei gran bei ragazzi, sapendo a priori che erano totalmente depilati. «Mi sembra di fare sesso con Big Jim!» Diceva sempre a chi gli chiedeva come mai avesse una tale avversione per i maschi depilati. Non pretendeva che fossero tutti molto pelosi come lo era lui, o suo fratello, ma almeno il minimo sindacale lo pretendeva: se uno era poco peloso di suo, non era un problema, ma se uno si depilava allora si che gli passa la fantasia di farci sesso. Gli era persino capitato di incontrare un ragazzo in una darkroom e si stavano divertendo alla grande, finché non scese con la mano sul cazzo e sentì la pelle dello scroto totalmente senza pelo. Il risultato fu un totale ammosciamento immediato, con tanto di fuga dalla dark a gambe levate. In quell’occasione si era ripromesso di non tornare mai più in un dark, promessa a se stesso, che mantenne davvero.
Certo gli era capitato di fare sesso con depilati, ma solo perché lo scopriva al momento, ed il resto era così appagante da non fargli badare alla mancanza di pelo, ma erano state davvero situazioni rare.
Sentì il pre sperma di Ale aumentare di quantità: sentiva l’abbondante pelo tra le natiche che si andava impastando, rendendo il fusto del cazzo del fratello molto scivoloso, ed era quello che aspettava. A quel punto sollevò il bacino un po’ più delle volte precedenti fino a sentire la cappella, ormai bavosa, di Ale centrarsi sul pelo che copriva il buco di Franco, guardò dritto negli occhi il fratello e gli chiese: «Pronto?» Mentre Ale si apprestava a rispondere abbasso il bacino, e la cappella di Ale, ormai totalmente lubrificata dal suo pre sperma, scivolò dentro senza grossi problemi. Ale fece un profondo respiro, ma come promesso si controllò e frenò l’istinto di spingere forte verso l’alto, per entrare tutto subito. Franco sentì il corpo del fratello fremere per quel controllo che si stava imponendo.
Franco allargò le proprie natiche con le mani così che il fusto potesse scorrere comodamente e disse ad Ale solo una cosa: «adesso puoi… adesso devi… forte quanto vuoi!» Ale, ormai eccitato al massimo, afferrò il fratello per i fianchi così che non potesse sollevarsi e sfuggire alla sua pressione in arrivo e diede un colpo deciso, fino a sentire il proprio pelo del cazzo bagnarsi sul pelo del culo del fratello che aveva infradiciato a dovere. «Cazzo come sei stretto… nonostante tutte le volte che l’avrai preso.»
Franco capì che nonostante la mala uscita di Ale, il fratello in realtà voleva fargli un complimento, così non se la prese. «Non è mica una figa Ale: il buco del culo è meglio della figa perché aderisce molto meglio a tutto il cazzo quando sei dentro. Poi con la figa non puoi fare questo…» aggiunse mentre si sollevò quel tanto che bastava da avere solo la cappella del fratello dentro il culo e comincio a stringere e rilasciare i muscoli dello sfintere in modo ritmico, senza fretta, ma dal suono del respiro di Ale, il fratello stava davvero godendosi il giochetto. «Cosa mi stai facendo alla cappella… e troppo bella sta cosa… non smettere, continua ti prego.» Franco si immagina che il pompino fatto con il culo sarebbe piaciuto al fratello, ma non credeva così tanto, dopo nemmeno un minuto di quel gioco Ale comincio ad ansimare, Serrò nuovamente i fianchi di Franco, tra le mani, e quasi frignando gli disse «non dovevi, non è corretto, così non vale: bastardo!» E finendo la frase diede un colpo secco verso l’altro scaricando nel culo del fratello, il suo sperma molto denso e molto caldo.
Franco rimase stordito per la velocità con cui si era svolta la cosa. «Ma sei già venuto?» Chiese tenendo il cazzo di Ale ben serrato tra le chiappe, e godendosi la sensazione dello sperma del fratello che cominciava già a colargli lungo l’interno delle cosce. «Bastardo: lo sapevi che era una cosa nuova per me… m’hai fatto venire in fretta per vendicarti!» Disse sorridendo nella penombra della stanza a Franco. Quest’ultimo che sapeva della golosità del fratello riguardo il proprio sperma, raccolse un paio di abbondanti gocce, dalle cosce, sulle dita, e posò quest’ultime sulle labbra di Ale «Piantala di frignare e lecca, che lo so che ci vai matto.» Ale non se lo fece ripetere, leccò avidamente e poi succhio con forza, le dita di Franco imbrattate dal proprio sperma.
Franco restava con il cazzo di Ale piantato in culo: sapeva per l’esperienza delle seghe tra di loro, che raramente dopo la prima sborrata, ad Ale si ammosciava. Sentiva il cazzo di Ale completamente avvolto dal suo sperma nel suo culo. non si era posto il problema del preservativo, perché andavano sempre insieme a fare i test per le MTS, per questo era certo che non fosse rischioso prenderlo a pelle dal fratello.
Ale sollevò il fratello totalmente dal proprio cazzo… «beh come ai vecchi tempi, se vuoi, puoi ripulirlo… salvo non ti inventi qualcosa e mi fai venire di nuovo, liberissimo di farlo…» disse quasi distrattamente Ale; Franco sapeva cosa volesse dire in realtà Ale con quella frase, per cui si mise a cavalcioni sul fratello in modo da essere a 69 e prese a pulirgli il cazzo, sperando che almeno questa volta invece di solo guardare il suo cazzo ballonzolargli davanti la faccia e basta, si sarebbe deciso finalmente ad assaggiarglielo. Franco giusto per rammentargli il punto chiarito prima di cominciare disse con la bocca piena: «Reciprocità» non disse altro Franco, anche perché ormai era preso dal gustarsi il cazzo del fratello ancora imbrattato completamente dalla sborrata in culo che gli aveva rifilato. Con sorpresa sentì la bocca calda di Ale salirgli lungo il cazzo «Finalmente si è deciso!!!» Si disse Franco, ma pensò anche che doveva approfittare della situazione, prima che Ale ci ripensasse, per cui comincio a spingere, ed estrarre, il suo cazzo dalla bocca del fratello: ormai era deciso lo avrebbe scopato in bocca fino a riempirgliela della sua sborrata. Nulla questa volta l’avrebbe fermato.
Ale ansimava cercando di regolare il respiro al ritmo della scopata in bocca che il fratellino gli stava dando. Franco era un po’ sorpreso dal fatto che non tentasse di sgusciare via da quella posizione o che non cercasse di fermarlo: di solito quello era il momento in cui lo aveva sempre fermato in passato, in quel momento invece gli aveva afferrato le natiche e quando Franco spingeva in bocca lui lo accompagnava tirandoselo in bocca dalle natiche. Non un lamento, non un colpo di tosse, solo il respiro grosso nel tentativo di tenere il ritmo della scopata in bocca da parte di Franco.
Franco decise che forse doveva rallentare un po’ per dare un attimo di respiro ad Ale, ma quest’ultimo quando percepì il rallentamento non si lamentò, ma salì con un dito lungo il solco delle chiappe cercando il buco del culo di Franco; una volta trovato senza alcuna delicatezza infilò il dito a fondo cercando la prostata.
Capì di averla trovata quando Franco emise un grugnito sordo e diede una spinta fino ad infilargli la cappella in gola. «Ohh si ecco la sua prostata» penso Ale felice di aver trovato il modo di far andare fuori di testa il fratellino. Franco capì a che gioco stava giocando Ale, e si disse che se era quello che voleva Ale ok, l’avrebbe avuto. Restando in posizione da 69 con il dito del fratello piantato a fondo nel culo e sentendo la punta di quel dito impertinente massaggiargli vigorosamente la prostata, pensò che avrebbe dovuto dare qualche consiglio al fratello su come si massaggia la prostata durante un pompino o una scopata in bocca, ma la doppia stimolazione, dalla gola sulla cappella, e sulla prostata dal dito di Ale, ormai lo stavano portando al limite. «O rallenti o rischi di DOVER ingoiare tutto!» Gli intimò, con il fiatone Franco. Ale rispose, ma con la bocca completamente piena non si capiva cosa dicesse. Franco voleva sfilare il cazzo un attimo dalla bocca del fratello per capire cosa stesse dicendo, ma appena ci provò, Ale aumento la pressione sulla prostata e sollevò la testa così da potersi infilare in gola la cappella del fratello.
Franco pensò di aver capito caso aveva detto il fratello, «e se non ho capito bene, amen… mi perdonerà» pensò mentre affondava il più possibile nella gola del fratello. Lo tenne nella gola per tre, cinque, otto secondi aspettando il fatidico colpo di tosse… arrivò dopo l’undicesimo secondo!!!
Lo stimolo della gola che si stringeva sulla cappella per il colpo di tosse più la pressione aumentate della punta del dito dil Ale, sulla sua prostata, funzionarono da grilletto: fece appena in tempo tirarsi indietro di quei due, tre centimetri affinché la sborrata arrivasse tutta in bocca e non in gola ad Ale.
Dopo il primo schizzo, in bocca, seguirono il secondo, il terzo e man mano Franco sentiva sempre più proprio cazzo navigare nella bocca che si andava riempendo della sua sborra. Riuscì a biasciare qualcosa tipo «O ingoi o sputa… io da li non esco per ora !!» Non poteva vedere la faccia di Ale in quel momento, ma senti la bocca svuotarsi, ma le labbra non si erano mai staccate dal fusto del suo cazzo… «Siii bravo!!! Così si fa: ingoia tutto!!!!» Pensò tra sé Franco, mentre si godeva la sensazione della bocca del fratello che ingoiava tutta la sua sborra, e Franco non era certo uno che sborrava poco!!!
Ale voleva essere all’altezza, ma nonostante la sensazione di ingoiare dell’albume d’uovo, continuò ad ingoiare mano mano Franco gli schizzava sul palato. «Se lo merita in fondo… lui la mia l’ha sempre ingoiata… di certo non morirò per farlo contento!!»
Alla fine Franco si lascò andare sdraiandosi sul fianco: guardò il profilo del fratello, sempre in penombra, cercava di vedere se gli era colato dello sperma dalla bocca, ma non riusciva a vederlo abbastanza bene. «Come va? Ho esagerato alla fine?» Chiese Franco ad fratello riferendosi chiaramente al fatto che gli fosse venuto in bocca senza preavviso o chiedere se Ale davvero volesse provare quella esperienza.
«Non è stato così male: sembrava di ingoiare dell’albume tiepido, ed il gusto devo dire è totalmente diverso dalla mia, di sborra!!» Franco non riusciva a capire se fosse una lamentela o una pura considerazione. «Bhe cambia sempre da persona a persona… cambia anche in base al momento della giornata, in base a cosa hai mangiato l’ultima volta, prima di fare sesso, insomma sono tanti i fattori che definisco il gusto di una singola sborrata Ale.» Franco di certo non voleva fare il saputello in quel momento, solo gli sembrava una informazione che potesse dare una risposta sensata, all’affermazione del fratello sul gusto.»
«Quindi vuoi dirmi che se dovessimo rifarlo cambierà gusto di volta in volta?» Chiese Ale curioso, «si, diciamo che di base ognuno ha un suo sapore personale, che però cambia in base ai fattori a cui mi riferivo prima.»
Ale sembrò pensieroso per un attimo, poi: «Bhe di certo non ho intenzione di assaggiarne di altri, oltre alla tua: per cui credo non sarà difficile abituarsi se comunque il gusto, diciamo di base, resta quello, sebbene molto diverso dal mio.»
Franco sorrise pensando che quindi Ale aveva deciso che ci sarebbe stato un seguito, almeno tra di loro, e questo a Franco interessava parecchio: «Chissà come sarà quando lo sverginerò?» E mentre lo pensava gli comparve un sorrisino impertinente, ma non se ne preoccupò, di certo visto la poca luce in stanza, Ale non poteva averlo visto, inoltre era quasi certo dal ritmo del respiro che Ale avesse già preso la via per le braccia di Morfeo… «non vedo l’ora» pensò di nuovo, mentre si girava su un fianco, dando le spalle al fratello, per prendere sonno.
«Notte fratellone» mormorò, ed Ale mugugnò qualcosa in risposta, ma era, ormai, già quasi del tutto addormentato… La festa andava terminando, sempre più gente salutava, Franco e suo fratello, mentre si accingevano a prendere la strada di casa, dopo quella serata in compagna e divertimento: nulla di straordinario, solo che a Franco ed ad Ale piaceva, ogni tanto, organizzare serate in compagnia, così da passare qualche ora in amicizia con i conoscenti; per di più almeno un terzo degli invitati erano amici comuni ad entrambi i fratelli, per cui, bene o male, si conoscevano quasi tutti, chi direttamente, chi in quanto amico di un amico.
«Volete una mano a mettere in ordine?» Chiese Mirko, mentre prendeva il suo giubbotto dal porta abiti, in ingresso. Mirko non era nuovo a dare una mano alla fine delle loro serate in compagnia, ma Franco ed Ale diedero un’occhiata in giro per la sala e la cucina: non c’era poi tutti quella gran confusione. «No grazie Mirko, poi sarebbe ora che anche qualcun altro, ogni tanto, si offrisse al posto tuo!» Gli rispose sorridendo Ale, il maggiore dei due fratelli. «Vai tranquillo a casa, che qui ci pensiamo noi: la lavastoviglie farà il grosso stanotte, mentre dormiamo, domattina sistemeremo i locali, non c’è questo granché da fare, tutto sommato.»
Franco guardò il fratello e poi la stanza, in effetti, a parte tutta una serie di bicchieri e bicchierini, non c’era quel granché in giro, di cose da pulire. Questa volta i fratelli avevano evitato il ripetersi di situazioni incresciose, come successo qualche tempo prima, chiudendo a chiave le camere da letto. Non era stato simpatico, dopo aver pulito tutto in giro per casa, buttarsi a letto e trovare le lenzuola tutte fradicie di un liquido che non poteva essere confuso con nessun altro, dal suo odore pungente!!
Da quella volta i fratelli avevano deciso di continuare le loro serate, ma chiudendo a chiave le stanze in cui non volevano che girassero persone senza inibizioni, e senza educazione soprattutto!!
Mirko salutò, per l’ultima volta, uscendo e chiudendosi la porta alle spalle. «Dai prima cominciamo prima finiamo…» incitò Franco, il minore dei due fratelli, ad Ale. Ci volle meno di mezzora a sciacquare tutto e riempire la lavastoviglie. «Che dici? Accendiamo ora o domattina?» Chiese Ale al fratello più piccolo. «Non fa sto gran rumore, accendila adesso almeno domattina dovremo solo svuotarla ed avremo finito.»
«Vai prima tu a farti la doccia? Io apro intanto il divano letto» disse Franco al fratello. «No dai visto il casino che ce qui dentro, per stanotte puoi dormire con me.» Rispose Ale, mentre andava verso il bagno a farsi la doccia.
I due fratelli non vivevano insieme, ma Franco che era al secondo anno di facoltà, aveva chiesto al fratello, se durante la settimana potesse dormire da lui, visto che viveva nella città dove Franco studiava. Inizialmente Ale non era molto convinto della convivenza: avevano condiviso da sempre la stanza, nella casa dei genitori, e l’idea di ricominciare a dover condividere casa, non lo gli piaceva poi così tanto. Franco per convincerlo gli disse che avrebbe comprato a spese sue un divano letto da mettere in sala: Ale viveva in un appartamento con due sole stanze da letto, ed una l’aveva attrezzata a mo’ di studio, quindi Franco, che non voleva essere un peso, decise che avrebbe sistemato un divano letto in salotto ed avrebbe dormito li. D’altronde era sempre stato dei due fratelli quello che si svegliava prima, per cui non sarebbe stato un problema non avere una stanza tutta sua. Inoltre non aveva settimane di lezione, con obbligo di presenza, molto spesso, quindi l’appoggio logistico capitava una volta al mese di media. Ale chiese tempo per pensarci, ma alla fine gli disse che si poteva fare: chiaramente impose una serie di limitazioni e regole, che Franco avrebbe dovuto seguire accuratamente, altrimenti gli avrebbe revocato il supporto per il posto letto.
Ale chiaramente, essendo casa sua, aveva un letto matrimoniale nella propria stanza da letto, ed era già successo che a fine di una delle loro serate in compagnia, qualcuno avesse bevuto troppo, così lo facevano dormire sul divano letto ed Ale permetteva, a quel punto, a Franco di dormire con lui nel lettone. Sapeva che Franco era gay, ma era più che certo che non ci avrebbe mai provato con lui: non l’aveva fatto negli anni in cui condividevano la camera da letto in casa genitori in cui entrambi, spesso, giravano nudi senza problemi; e nemmeno in quelle occasioni in cui era capitato di masturbarsi assieme guardando un porno, sebbene Ale sapeva che il fratello si stava segando sul lui della coppia, mentre lui si segava sulla lei… per cui condividere, occasionalmente, il lettone con il il fratello minore non lo preoccupava affatto.
Forse inizialmente lo aveva un po’ lasciato di stucco il fatto che il fratello minore dormisse totalmente nudo, ma alla fine non ci fece più caso, ed a dire il vero, quando era solo, specialmente d’estate, aveva iniziato a dormire nudo anche lui.
Franco restò in boxer guardando un po’ la televisione, aspettando che Ale uscisse dalla doccia, più di una volta in situazioni simili gli era balenato in testa di prendere la scusa di fare prima, ed a provare ad infilarsi in doccia con il fratello, ma era sempre rimasta solo una fantasia, sulla quale si era masturbato più di qualche volta nel tempo, sin da quando vivevano ancora insieme.
Dopo una decina di minuti Ale si affacciò, con un asciugamano in cinta, alla porta della sala: «ho finito, puoi andare in doccia se vuoi…» il se vuoi era puramente un’abitudine: non avrebbe mai diviso il letto con Franco senza che si fosse docciato: entrambi i ragazzi erano molto pelosi e con un sudore dall’afore piuttosto intenso, cosa che ad Ale non faceva proprio molto piacere. Finché era il suo di odore, ok, ma se Franco doveva dormire con lui, allora la doccia prima di infilarsi a letto, nudo poi, non era una alternativa, ma un obbligo.
Franco lo sapeva bene, per cui spense il televisore ed andò in bagno a farsi la doccia. Tolti i calzini, il boxer e la maglietta li infilò direttamente nel porta biancherai dedicato a lui da fratello, poi sotto il getto d’acqua bollente. Insaponandosi indugiò un po’ troppo nelle parti intime, e come sempre sotto lo scroscio dell’acqua calda, si ritrovò in piena erezione in tempo zero… sorrise tra sé e sé, pensando di essere troppo stanco per masturbarsi, per cui inverti i rubinetti, venendo innondato di acqua gelida per qualche secondo. Cosa che risolse subito il suo piccolo problema. Uscito dalla doccia si asciugò con il proprio accappatoio, Ale preferiva l’asciugamano, per cui lo spazio sul piccolo appendino in bagno, era libero e poteva tenere il proprio accappatoio li, visto che Ale non lo usava.
Asciugatosi bene, facendo attenzione a restare con al stoffa morbida il meno possibile in zona genitali, si accorse guardandosi allo specchio mentre si asciugava i capelli che aveva i capezzoli totalmente inturgiditi. «Buon per te che non ti piace il sesso tra maschi fratellone, sennò stasera finiva male…» si disse tra sé e sé, notando che aveva del liquido trasparente che gli gocciolava dal glande. «Maledizione: avrei fatto meglio a scoparmi qualcuno stasera… sarà dura dormire!!» E pensando a come evitare al fratello maggiore la vista del suo pene barzotto ed umido, si diresse verso l’unica stanza da letto.
Entrato in camera, Ale aveva ancora la propria lampada sul comodino accesa, in attesa che il fratello si infilasse a letto, Franco fece il possibile per dare di spalle ad Ale così da non fargli vedere che era un tantino eccitato. «Penserebbe subito che sia lui ad eccitarmi… non che un giro non glielo farei fare, ma non mi stimola sino a questo punto;» pensò Franco mentre si infilava nel lettone, cercando sempre di stare di schiena al fratello. «A posto?» chiese Ale, «si, si, spegni pure» rispose Il fratello. Ale spense la lampadina sul comodino, augurò la buonanotte al fratello e silenzio…
Franco cercò di penare a cose che gli facessero passare la voglia, ma il buio della stanza ed il silenzio, quasi assoluto, non fecero altro che fargli riprendere il pompaggio della circolazione tra le gambe, e si sentì il cazzo duro strusciare sul lenzuolo di cotone del fratello. «Se sa che gli sto sporcando il lenzuolo con il mio pre sperma mi ammazza!!» Pensò sorridendo all’idea. Di botto sentì Ale alzarsi sbuffando «Che succede?» Chiese Franco preoccupato di essere stato beccato col cazzo in tiro. «Fa un caldo becco, apro un po’ gli scuri e vediamo se entra un po’ d’aria» fu la risposta secca di Ale, aperse un po’ gli scuri dell’unica finestra della camera e tornò a letto. Franco inizio a preoccuparsi: sapeva di essere tra il fratello e la finestra. E da quest’ultima entrava un po’ di luce dei lampioni sulla strada, quindi il profilo del suo corpo sarebbe stato visibilissimo al fratello se avesse guardato. Cercò di restare sdraiato sul fianco così da non fa vedere la sagoma svettante del suo pisello totalmente in attività e che non pareva sentire ragioni di tornare a riposo.
Franco pensò anche di andare in bagno a masturbarsi per risolvere la faccenda. La voce di Ale lo raggerò, visto che Franco pensava che ormai fosse quasi del tutto tra le braccia di Morfeo. «Lo sai vero, che lo vedo da qui?» Franco cercò di fare lo gnorri e simulando una voce impastata da sonno «vedi cosa Ale?» «Il tuo cazzo duro e scommetto anche che mi hai bagnato il lenzuolo…» non c’era tono di accusa da parte di Ale, era più un tono rassegnato. «Ma che dici, stavo quasi per addormentarmi, adesso mi hai svegliato del tutto.» Franco cercò di simulare di esser scocciato finché gli mancò il respiro ed il cuore saltò un battito: una mano forte e piuttosto callosa, gli aveva afferrato il cazzo saldamente «Certo Franco, ce l’hai così quando dormi vero?» Gli sembra di vedere il fratello sghignazzare pensando di mettere Franco in imbarazzo.
Franco, a quel punto, non volle stare al gioco… allungò la mano indietro infilandosi tra le cosce del fratello e trovò il cazzo del fratello duro incannato, più del suo, se fosse stato possibile. «Bhe vedo che non sono l’unico ad avere i calori notturni…» e si girò in modo da vedere, nella penombra il volto del fratello, a pochi centimetri dal suo, a quel punto.
Franco continuava a stringere, ma senza muovere la mano, il cazzo di Ale che aveva un respiro un po’ più affannato di prima… Franco conosceva bene il fratello, seppure non vedeva il viso chiaramente, ricordava bene la sua espressione quando, da ragazzetti 17enni, glielo prendeva in mano domandando sfrontatamente «vuoi una sega? Sai che mi piace fartele.»
Mentre evocava quel ricordo sentì Ale muoversi… lentamente, avanti e indietro, come a scopargli la mano. Franco non sapeva se dire qualcosa o stare fermo lì e lasciarlo fare. Non avevano più 17 anni: lui ne aveva adesso 23, ed Ale 25, se voleva del sesso vero, doveva dirlo chiaramente. I tempi delle seghe tra fratelli, secondo Franco erano terminati da un pezzo!!
Franco attese che muovendosi Ale gli facesse scivolare il fusto del cazzo totalmente in avanti, a quel punto raggiungere i testicoli del fratello fu un attimo, li prese e strinse gentilmente, ma con fermezza: «Che vogliamo fare fratello? I tempi delle seghe, per me almeno, sono passati da po’ ormai! Se vuoi segarti puoi farlo, lo sai che non mi scandalizzo, ma se vuoi qualcosa da me, devi chiedermela chiaramente adesso come adesso.»
Ale come unica risposta cominciò a muovere il bacino avanti ed indietro, apprezzando quel lieve dolore che la stretta del fratello alle palle, gli procurava: forse sperava che il fratello minore capisse cosa voleva da lui, ma Franco non dava segno di voler cedere sul punto. «Non mi sono spiegato Ale: se vuoi puoi avere tutto da me, ma devi essere esplicito. Non abbiamo più 17 anni, e non voglio che un eventuale mio fraintendere qualche tua richiesta, porti a rovinare il nostro ottimo rapporto.» Ale ormai ansimava parecchio e Franco sentiva le prime gocce di pre sperma bagnargli il polso, dove la cappella di Ale strusciava mentre si muoveva lentamente, senza smettere quel su e giù lento, ma costante. «Posso avere proprio tutto solo chiedendo?» A Franco parve di vedere nella penombra della stanza il sorriso malizioso del fratello mentre glielo chiedeva. «Beh dipende… hai ragione che tutto sia pericolosamente vago, ma in linea di massima con te si… tutto intendo tutto!»
Ormai non era più chiaro chi dei due stesse giocando sporco, approfittato della penombra, e quindi del non poter essere visti in faccia man mano i due si spingevano sempre più la con i discorsi. Ale non rispose, ma comincio a segare il cazzo a Franco che lo bloccò con l’altra mano: «non mi sono spiegato fratellone: chiedi o dormi!» Ale sbuffò rumorosamente dando segno di non apprezzare l’atteggiamento del fratello minore. Allentò la presa sul cazzo di Franco il quale pensò di essersi giocato la partita, perdendo, per essersi incaponito nel pretendere una richiesta esplicita.
Ale si mise con la schiena sul materasso ed intrecciò le mani dietro la nuca: «una volta non la facevi così difficile: bastava che uno dei due prendesse in mano il cazzo dell’altro per giocare senza problemi. Cos’è sta novità delle dichiarazioni esplicite di intenti? Non ero abbastanza chiaro su cosa avrei voluto? Dico avrei voluto perché ormai mi hai fatto passare la fantasia…»
Franco sapeva benissimo che il fratello stava mentendo, almeno in parte: quella parte in cui dal lenzuolo sollevato, a mo’ di iurta sul suo pisello, dimostrava esattamente il contrario di quanto stava affermando! «Beh le seghe tra fratelli sono piuttosto comuni all’età in cui ce le scambiavamo, ma ormai siamo decisamente cresciuti. Tu sai che sono gay, come io so che sei etero, quindi prima di spingermi in zone che potrebbero essere pericolose voglio essere certo che è quello che vuoi davvero: basterebbe un fraintendimento per mandare a quel paese il nostro rapporto tra fratelli, che tanti nostri amici ci invidiano.»
Ale sembrava pensare a quello che Franco gli aveva appena detto, o forse stava solo maledicendo Franco per aver rovinato il momento. Franco non poteva esserne certo, ed il silenzio che si prolungava, gli faceva prevedere che in effetti il momento era andato, ormai.
Augurò la buonanotte al fratello e stava per girarsi su un fianco per prendere sonno, quando Ale lo fermò dicendo: «Non ricordavo ti arrendessi tanto in fretta quando qualcosa ti interessa…» era chiaro dalla voce che stesse sorridendo. «Non ricordo che tu abbia mai mostrato interesse ad andare oltre lo scambiarci seghe!» Rispose Franco stavolta un po’ stizzito: a che gioco voleva giocare Ale con lui?
«Senti Ale: se vuoi una sega ok, ne abbiamo fatte tante in passato, non vedo problemi, ma se, come mi pare di capire, vuoi andare oltre, allora meglio mettere in chiaro qualche punto… continuo o mi fermo?» Franco diete il tempo al fratello di metabolizzare cosa gli avesse appena detto. Se gli avesse chiesto di chiarire i punti da definire allora Franco sapeva che stavolta Ale non si sarebbe accontentato di una semplice sega ricambiata, se invece avesse dato la buonanotte allora era chiaro che non ci stava a giocare alle condizioni del fratello minore. Passato ormai il minuto abbondante, con Franco che ormai pensava di aver capito che il fratello non ci stava ad approfondire: «sentiamo quali punti devi chiarire allora… poi decido.»
Era tipico di Ale pensava Franco: voleva sempre avere, anche solo apparentemente, il controllo della situazione, per quello aveva aggiunto quel poi decido. «Ahh poca roba…» inizio Franco, «Punto uno: quel che si fa sarà reciproco per entrambi anche se non importa chi per primo… punto due: vale sempre il punto uno!»
Ale rise fragorosamente facendo sobbalzare il materasse e Franco di conseguenza!
«Era un ok?» Chiese Franco cercando di restare serio mentre il suo cazzo cominciava nuovamente ad indurirsi molto velocemente. «Si è un ok, ma decido io cosa e quando farlo…» Franco pensò che lasciare la gestione del cosa provare, e quando provarlo, ci poteva anche stare, anche se dargliela vinta, al solito, sull’avere il controllo di tutto, non gli piaceva molto, ma piuttosto che nulla, decise che andava bene così.
«Ok da che vuoi cominciare allora?» Ale sembrò pensarci un po’ su, ma Franco sapeva benissimo che aveva in mente qualcosa di preciso sin dall’inizio di quella strana situazione. Dopo secondi, che a Franco parvero minuti, Ale si levò il lenzuolo da dosso, scoprendo così anche Franco, ed con sorpresa di quest’ultimo il fratello era già nudo, con una erezione a piena potenza bene in evidenza nonostante la scarsa luce. Non commentò il fatto che era la prima volta che dormiva nudo, almeno con lui. «Dai salta su» disse solo Ale, indicandogli il cazzo fremente dalla voglia di provare qualcosa di nuovo… «così a secco???» Chiese quasi stupito Franco al fratello… «e mica sarà il primo che prendi in culo no?» Chiese quasi stupido dalla domanda del fratello. «Ale, giusto una domanda: ma l’hai messo in culo, anche ad una ragazza?» Il silenzio fu una risposta più che eloquente per Franco. «Ok allora lascia che gestisca la cosa io, prima di squartarmi come un maiale da macello!!» Disse ridendo, il che servì a stemperare quell’attimo di tensione che si era creato alla domanda sul fatto che non avesse mai inculato nessuno.
Franco salì a cavalcioni sul fratello appoggiandosi ,il fusto del cazzo di Ale, bene tra le natiche, cominciò a muoversi lentamente su e giù per capir quando duro e quanto bagnato fosse il fratello, inoltre sapeva per esperienza che la carezza sulla cappella del pelo del culo di solito era piuttosto gradita dai, quelli che lui chiamava, veri maschi: Franco aveva sempre avuto una certa antipatia per i maschi che si depilavano. Aveva detto di no, anche a dei gran bei ragazzi, sapendo a priori che erano totalmente depilati. «Mi sembra di fare sesso con Big Jim!» Diceva sempre a chi gli chiedeva come mai avesse una tale avversione per i maschi depilati. Non pretendeva che fossero tutti molto pelosi come lo era lui, o suo fratello, ma almeno il minimo sindacale lo pretendeva: se uno era poco peloso di suo, non era un problema, ma se uno si depilava allora si che gli passa la fantasia di farci sesso. Gli era persino capitato di incontrare un ragazzo in una darkroom e si stavano divertendo alla grande, finché non scese con la mano sul cazzo e sentì la pelle dello scroto totalmente senza pelo. Il risultato fu un totale ammosciamento immediato, con tanto di fuga dalla dark a gambe levate. In quell’occasione si era ripromesso di non tornare mai più in un dark, promessa a se stesso, che mantenne davvero.
Certo gli era capitato di fare sesso con depilati, ma solo perché lo scopriva al momento, ed il resto era così appagante da non fargli badare alla mancanza di pelo, ma erano state davvero situazioni rare.
Sentì il pre sperma di Ale aumentare di quantità: sentiva l’abbondante pelo tra le natiche che si andava impastando, rendendo il fusto del cazzo del fratello molto scivoloso, ed era quello che aspettava. A quel punto sollevò il bacino un po’ più delle volte precedenti fino a sentire la cappella, ormai bavosa, di Ale centrarsi sul pelo che copriva il buco di Franco, guardò dritto negli occhi il fratello e gli chiese: «Pronto?» Mentre Ale si apprestava a rispondere abbasso il bacino, e la cappella di Ale, ormai totalmente lubrificata dal suo pre sperma, scivolò dentro senza grossi problemi. Ale fece un profondo respiro, ma come promesso si controllò e frenò l’istinto di spingere forte verso l’alto, per entrare tutto subito. Franco sentì il corpo del fratello fremere per quel controllo che si stava imponendo.
Franco allargò le proprie natiche con le mani così che il fusto potesse scorrere comodamente e disse ad Ale solo una cosa: «adesso puoi… adesso devi… forte quanto vuoi!» Ale, ormai eccitato al massimo, afferrò il fratello per i fianchi così che non potesse sollevarsi e sfuggire alla sua pressione in arrivo e diede un colpo deciso, fino a sentire il proprio pelo del cazzo bagnarsi sul pelo del culo del fratello che aveva infradiciato a dovere. «Cazzo come sei stretto… nonostante tutte le volte che l’avrai preso.»
Franco capì che nonostante la mala uscita di Ale, il fratello in realtà voleva fargli un complimento, così non se la prese. «Non è mica una figa Ale: il buco del culo è meglio della figa perché aderisce molto meglio a tutto il cazzo quando sei dentro. Poi con la figa non puoi fare questo…» aggiunse mentre si sollevò quel tanto che bastava da avere solo la cappella del fratello dentro il culo e comincio a stringere e rilasciare i muscoli dello sfintere in modo ritmico, senza fretta, ma dal suono del respiro di Ale, il fratello stava davvero godendosi il giochetto. «Cosa mi stai facendo alla cappella… e troppo bella sta cosa… non smettere, continua ti prego.» Franco si immagina che il pompino fatto con il culo sarebbe piaciuto al fratello, ma non credeva così tanto, dopo nemmeno un minuto di quel gioco Ale comincio ad ansimare, Serrò nuovamente i fianchi di Franco, tra le mani, e quasi frignando gli disse «non dovevi, non è corretto, così non vale: bastardo!» E finendo la frase diede un colpo secco verso l’altro scaricando nel culo del fratello, il suo sperma molto denso e molto caldo.
Franco rimase stordito per la velocità con cui si era svolta la cosa. «Ma sei già venuto?» Chiese tenendo il cazzo di Ale ben serrato tra le chiappe, e godendosi la sensazione dello sperma del fratello che cominciava già a colargli lungo l’interno delle cosce. «Bastardo: lo sapevi che era una cosa nuova per me… m’hai fatto venire in fretta per vendicarti!» Disse sorridendo nella penombra della stanza a Franco. Quest’ultimo che sapeva della golosità del fratello riguardo il proprio sperma, raccolse un paio di abbondanti gocce, dalle cosce, sulle dita, e posò quest’ultime sulle labbra di Ale «Piantala di frignare e lecca, che lo so che ci vai matto.» Ale non se lo fece ripetere, leccò avidamente e poi succhio con forza, le dita di Franco imbrattate dal proprio sperma.
Franco restava con il cazzo di Ale piantato in culo: sapeva per l’esperienza delle seghe tra di loro, che raramente dopo la prima sborrata, ad Ale si ammosciava. Sentiva il cazzo di Ale completamente avvolto dal suo sperma nel suo culo. non si era posto il problema del preservativo, perché andavano sempre insieme a fare i test per le MTS, per questo era certo che non fosse rischioso prenderlo a pelle dal fratello.
Ale sollevò il fratello totalmente dal proprio cazzo… «beh come ai vecchi tempi, se vuoi, puoi ripulirlo… salvo non ti inventi qualcosa e mi fai venire di nuovo, liberissimo di farlo…» disse quasi distrattamente Ale; Franco sapeva cosa volesse dire in realtà Ale con quella frase, per cui si mise a cavalcioni sul fratello in modo da essere a 69 e prese a pulirgli il cazzo, sperando che almeno questa volta invece di solo guardare il suo cazzo ballonzolargli davanti la faccia e basta, si sarebbe deciso finalmente ad assaggiarglielo. Franco giusto per rammentargli il punto chiarito prima di cominciare disse con la bocca piena: «Reciprocità» non disse altro Franco, anche perché ormai era preso dal gustarsi il cazzo del fratello ancora imbrattato completamente dalla sborrata in culo che gli aveva rifilato. Con sorpresa sentì la bocca calda di Ale salirgli lungo il cazzo «Finalmente si è deciso!!!» Si disse Franco, ma pensò anche che doveva approfittare della situazione, prima che Ale ci ripensasse, per cui comincio a spingere, ed estrarre, il suo cazzo dalla bocca del fratello: ormai era deciso lo avrebbe scopato in bocca fino a riempirgliela della sua sborrata. Nulla questa volta l’avrebbe fermato.
Ale ansimava cercando di regolare il respiro al ritmo della scopata in bocca che il fratellino gli stava dando. Franco era un po’ sorpreso dal fatto che non tentasse di sgusciare via da quella posizione o che non cercasse di fermarlo: di solito quello era il momento in cui lo aveva sempre fermato in passato, in quel momento invece gli aveva afferrato le natiche e quando Franco spingeva in bocca lui lo accompagnava tirandoselo in bocca dalle natiche. Non un lamento, non un colpo di tosse, solo il respiro grosso nel tentativo di tenere il ritmo della scopata in bocca da parte di Franco.
Franco decise che forse doveva rallentare un po’ per dare un attimo di respiro ad Ale, ma quest’ultimo quando percepì il rallentamento non si lamentò, ma salì con un dito lungo il solco delle chiappe cercando il buco del culo di Franco; una volta trovato senza alcuna delicatezza infilò il dito a fondo cercando la prostata.
Capì di averla trovata quando Franco emise un grugnito sordo e diede una spinta fino ad infilargli la cappella in gola. «Ohh si ecco la sua prostata» penso Ale felice di aver trovato il modo di far andare fuori di testa il fratellino. Franco capì a che gioco stava giocando Ale, e si disse che se era quello che voleva Ale ok, l’avrebbe avuto. Restando in posizione da 69 con il dito del fratello piantato a fondo nel culo e sentendo la punta di quel dito impertinente massaggiargli vigorosamente la prostata, pensò che avrebbe dovuto dare qualche consiglio al fratello su come si massaggia la prostata durante un pompino o una scopata in bocca, ma la doppia stimolazione, dalla gola sulla cappella, e sulla prostata dal dito di Ale, ormai lo stavano portando al limite. «O rallenti o rischi di DOVER ingoiare tutto!» Gli intimò, con il fiatone Franco. Ale rispose, ma con la bocca completamente piena non si capiva cosa dicesse. Franco voleva sfilare il cazzo un attimo dalla bocca del fratello per capire cosa stesse dicendo, ma appena ci provò, Ale aumento la pressione sulla prostata e sollevò la testa così da potersi infilare in gola la cappella del fratello.
Franco pensò di aver capito caso aveva detto il fratello, «e se non ho capito bene, amen… mi perdonerà» pensò mentre affondava il più possibile nella gola del fratello. Lo tenne nella gola per tre, cinque, otto secondi aspettando il fatidico colpo di tosse… arrivò dopo l’undicesimo secondo!!!
Lo stimolo della gola che si stringeva sulla cappella per il colpo di tosse più la pressione aumentate della punta del dito dil Ale, sulla sua prostata, funzionarono da grilletto: fece appena in tempo tirarsi indietro di quei due, tre centimetri affinché la sborrata arrivasse tutta in bocca e non in gola ad Ale.
Dopo il primo schizzo, in bocca, seguirono il secondo, il terzo e man mano Franco sentiva sempre più proprio cazzo navigare nella bocca che si andava riempendo della sua sborra. Riuscì a biasciare qualcosa tipo «O ingoi o sputa… io da li non esco per ora !!» Non poteva vedere la faccia di Ale in quel momento, ma senti la bocca svuotarsi, ma le labbra non si erano mai staccate dal fusto del suo cazzo… «Siii bravo!!! Così si fa: ingoia tutto!!!!» Pensò tra sé Franco, mentre si godeva la sensazione della bocca del fratello che ingoiava tutta la sua sborra, e Franco non era certo uno che sborrava poco!!!
Ale voleva essere all’altezza, ma nonostante la sensazione di ingoiare dell’albume d’uovo, continuò ad ingoiare mano mano Franco gli schizzava sul palato. «Se lo merita in fondo… lui la mia l’ha sempre ingoiata… di certo non morirò per farlo contento!!»
Alla fine Franco si lascò andare sdraiandosi sul fianco: guardò il profilo del fratello, sempre in penombra, cercava di vedere se gli era colato dello sperma dalla bocca, ma non riusciva a vederlo abbastanza bene. «Come va? Ho esagerato alla fine?» Chiese Franco ad fratello riferendosi chiaramente al fatto che gli fosse venuto in bocca senza preavviso o chiedere se Ale davvero volesse provare quella esperienza.
«Non è stato così male: sembrava di ingoiare dell’albume tiepido, ed il gusto devo dire è totalmente diverso dalla mia, di sborra!!» Franco non riusciva a capire se fosse una lamentela o una pura considerazione. «Bhe cambia sempre da persona a persona… cambia anche in base al momento della giornata, in base a cosa hai mangiato l’ultima volta, prima di fare sesso, insomma sono tanti i fattori che definisco il gusto di una singola sborrata Ale.» Franco di certo non voleva fare il saputello in quel momento, solo gli sembrava una informazione che potesse dare una risposta sensata, all’affermazione del fratello sul gusto.»
«Quindi vuoi dirmi che se dovessimo rifarlo cambierà gusto di volta in volta?» Chiese Ale curioso, «si, diciamo che di base ognuno ha un suo sapore personale, che però cambia in base ai fattori a cui mi riferivo prima.»
Ale sembrò pensieroso per un attimo, poi: «Bhe di certo non ho intenzione di assaggiarne di altri, oltre alla tua: per cui credo non sarà difficile abituarsi se comunque il gusto, diciamo di base, resta quello, sebbene molto diverso dal mio.»
Franco sorrise pensando che quindi Ale aveva deciso che ci sarebbe stato un seguito, almeno tra di loro, e questo a Franco interessava parecchio: «Chissà come sarà quando lo sverginerò?» E mentre lo pensava gli comparve un sorrisino impertinente, ma non se ne preoccupò, di certo visto la poca luce in stanza, Ale non poteva averlo visto, inoltre era quasi certo dal ritmo del respiro che Ale avesse già preso la via per le braccia di Morfeo… «non vedo l’ora» pensò di nuovo, mentre si girava su un fianco, dando le spalle al fratello, per prendere sonno.
«Notte fratellone» mormorò, ed Ale mugugnò qualcosa in risposta, ma era, ormai, già quasi del tutto addormentato…
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