Far sesso, usando la testa, non significa godere di meno!
… E quanto segue, ne è una dimostrazione :)
Franco era sdraiato sul letto, fumando una sigaretta, la classica sigaretta post scopata, mentre il ragazzo, che aveva appena montato, stava facendo il classico riposino da fine sesso; prese il cellulare, aprì l’app d’incontri e prese a scorrere quell’infinita lista di volti, e improbabili pseudonimi, che a mo' di mercato, si offrivano per incontri, promettendo situazioni bollenti, con annesse le pratiche più esotiche, nell’ambito del sesso tra maschi.
Mentre scorreva la pagina, senza in realtà porre attenzione su nessuno dei profili che l’applicazione gli proponeva, si domandava cosa ogni foto nascondesse: ogni profilo era una vita diversa dalle altre, con i propri problemi quotidiani, con le proprie speranze, di saltare all’occhio dell’utilizzatore dell’applicazione che lo stesse guardando, ma con sicuramente anche i propri problemi, le proprie debolezze.
Pur non guardandole in realtà, le foto decapitate, per lo più la maggioranza dei profili offriva quel genere di foto, lo infastidivano un po’: in una app per incontri tra maschi, che motivo c’era di nascondere il viso? Chiunque fosse utilizzatore dell’applicazione era chiaramente un bisessuale o un gay, o quanto meno un dude, per cui Franco non si spiegava il motivo del nascondere il volto: di certo nell’applicazione non giravano le mogli degli sposati in cerca di un’avventura, e se invece la paura fosse stata di essere riconosciuti dal proprio compagno, che dire, di certo un fidanzato avrebbe riconosciuto il fisico del proprio partner, anche senza venderne il viso.
Quindi, a Franco, risultava un controsenso nascondere il viso e mostrare il corpo. A maggior ragione i profili al buio ossia senza foto pubbliche, i cui titolari una volta contattati, ti innondavano di foto di cazzi e culi, non erano esclusi dall’essere riconosciuti: Franco era certo che se, anche avesse visto la foto del pisello di Antonio, il proprio ragazzo, tra mille diversi lo avrebbe riconosciuto sicuramente.
Qualcuno gli aveva fatto presente che sebbene lui fosse in relazione con Antonio stava comunque nell’applicazione anche lui; ma Franco era solito rispondere sempre nella stessa maniera: «noi siamo in relazione aperta da sempre: fu una delle cose di cui discutemmo prima di metterci insieme.»
Andando bene a entrambi, la situazione di coppia aperta per potersi levare uno sfizio di tanto in tanto, o sopperire al sesso durante le lunghe trasferte di Antonio, non aveva motivo di nascondere il proprio viso nelle dating app.
Antonio d’altronde, faceva altrettanto: e nelle app, in cui fosse possibile specificarlo, i due ragazzi, segnalavano di essere in coppia stabile e aperta.
Spesso capitava di ricevere la medesima domanda, più volte al giorno: «Se state qui entrambi, perché non cercate una cosa a tre: sicuramente molti gradirebbero, visto la vostra presenza fisica.»
Franco aveva sempre trovato strano che amici, e conoscenti, non capissero che lui e Antonio avessero gusti diversi per gli incontri fuori coppia: a Franco piacevano coetanei o più giovani, ad Antonio solo maschi con almeno 10 anni in più di lui. Inoltre Franco apprezzava molto i ragazzi classificabili come skinny mentre Antonio preferiva incontrare quelli che si definiscono bear.
Quindi, ai suoi occhi, aveva pienamente senso non cercare cose a tre: l’avessero cercata, si sarebbe presentato il problema di chi scegliere come terzo componente: un orso peloso, e fisicamente grosso, per soddisfare Antonio, o un ragazzo molto magro, e peloso solo nei posti giusti, per accontentare Franco?
Franco si disse, alla fine, che la routine che si erano dati, soddisfaceva entrambi totalmente, per cui non aveva senso cambiarla, solo per soddisfare la voglia di fare qualcosa a tre, di un emerito sconosciuto magari.
Sentì il ragazzo al suo fianco muoversi, probabilmente cercando una posizione diversa, per poter continuare il suo pisolino post scopata. Franco spense il cellulare e guardò Mirko che dormiva: era uno dei rari casi in cui la persona a cui era associato il profilo corrispondeva abbastanza alla descrizione, e alle foto, allegate.
Mirko era in effetti oltre il metro e ottanta, era davvero magro, che era uno di motivi per cui lo aveva contattato, e, come dichiarato nel profilo, era poco peloso generalmente. La sorpresa reale che aveva ricevuto, la prima volta, nello spogliarlo prima di scopare, era che Mirko avesse il pelo nella zona del pube, e poco dopo avrebbe scoperto anche intorno il buco del culo, di un bel rosso pel di carota. Franco era rimasto piacevolmente sorpreso da quel bel colore nei posti giusti. Era pur vero che non era così strano che ragazzi con i capelli castano chiari avessero la barba rossiccia, ma molto più raro che, essendo castano, Mirko avesse quel bel colore acceso là dove, a Franco, piaceva parecchio.
Mirko era steso su un fianco, dando di schiena a Franco così quest’ultimo studiò per bene la sua schiena e i suoi glutei. Già dalla foto in costume, che corredava il profilo di Mirko, dava l’idea di un bel Bubble bottom, ma non credeva lo fosse poi così tanto! Era inoltre chiaro che fosse vero che Mirko amasse nuotare: le spalle larghe, la vita piuttosto stretta e quelle splendide chiappe, alte e sode, lo confermavano. Inoltre corrispondeva a verità, come Mirko gli aveva anticipato chiedendogli di andarci piano, almeno inizialmente, che fosse molto stretto durante le prime penetrazioni.
Quella sensazione di sentire la pelle del retto calzargli, come un guanto, il cazzo, era stata impareggiabile sin dalla prima volta, quasi quanto l’aggrapparsi al materasso, delle mani di Mirco, man mano spingeva dentro. Il massimo sicuramente erano state le sue lamentale mugolate: quasi temesse che Franco si fermasse, perché annoiato, per il suo continuo chiedere un attimo di pausa, di metterci meno forza, insomma di avere un po' di pietà.
Cosa che chiaramente faceva parte del gioco. In realtà, da come spingeva indietro con il culo mentre Franco gli entrava dentro, era chiaro che lo volesse il più profondamente possibile, dentro di lui.
Ora però che avevano finito di scopare, a Franco veniva in mente che nel profilo dell’applicazione, Mirko si definiva versatile e, all’idea di quel discreto cazzo piantato in fondo al suo di culo, questa volta il suo pisello cominciò a dare segni di ripresa. Franco si domandò se fosse il caso di svegliare Mirko, solo per dirgli che era il suo turno di fare l’attivo, oppure se sarebbe stato più giusto lasciargli i suoi tempi, per rigenerasi, e solo al suo spontaneo risveglio, pretendere quel suo discreto cazzo piantato su per il proprio culo.
Franco, come passivo almeno, amava il sesso piuttosto rude: poche smancerie e gran sudate per reggere l’assalto, ma l’esperienza gli aveva fatto imparare che, quello, non era un modo di scopare molto amato dai gay. Il fatto, però, che godesse molto di più se durante la penetrazione, ci fossero veri momenti di leggero dolore, lo eccitava molto più che una interminabile scopata a ritmo costante.
Una cosa che proprio non sopportava, quando faceva il passivo, era che l’altro estraesse il cazzo, dal culo, per venire: aveva ormai fatto caso, da molto tempo, che erano pochi gli attivi che riuscivano a raggiungere l’orgasmo come conclusione di una scopata, direttamente nel culo. La maggioranza dei ragazzi, da cui si era fatto scopare negli anni, non riuscivano proprio a concludere dentro il culo di chi si stavano scopando: quasi tutti necessitavano di un aiuto, della propria mano o della mano dell’altro, per arrivare all’orgasmo vero e proprio. Nei casi più fortunati, bastava la bocca del passivo di turno.
Ora: Franco in culo lo prendeva sempre protetto, per cui non era quello il motivo per cui non gli venivano in culo di solito: avendo indossato il preservativo, il coitus interruptus non aveva senso.
La propria esperienza come attivo, poi, lo portava proprio a non capire: per lui la cosa più bella dello scopare il culo, a un ragazzo, a parte il caso di un vergine da sverginare, era il momento in cui, cedendo controllo ai muscoli del pavimento pelvico, dava quelle spinte potenti, e profonde, per svuotarsi totalmente dentro il culo del passivo di turno. Adorava poi una volta venuto lasciarsi andare, a peso morto, sul passivo e godersi il sudore di entrambi che si mischiava, mentre il respiro andava riportandosi verso il ritmo normale, e il cazzo andava ammosciandosi sgusciando, da solo, fuori dal buco.
Solo in quel momento riprendeva velocemente il controllo del proprio corpo per bloccare il preservativo pieno, a evitare che dello sperma ne colasse fuori. Se lo avesse permesso tanto valeva aver scopato a pelle a quel punto!
Franco ebbe il dubbio che Mirko stesse ascoltando le sue elucubrazioni mentali, perché al momento in cui aveva portato alla mente la sensazione di venire in culo a qualcuno, notò che il pisello di Mirko iniziò a dare segnali di risveglio. Lentamente, ma inesorabilmente, si stava chiaramente indurendo, aumentando sempre di più la sua dimensione. Mirko non era circonciso, ma la pelle in avanzo, era relativamente poca, per cui man mano proseguiva l’afflusso del sangue, ai corpi cavernosi del cazzo, praticamente quest’ultimo si scappellava da solo. Franco notò inoltre, con piacere, che una vota bene in tensione, aveva iniziato a colare grosse gocce dense di pre sperma.
Franco provò a immaginare cosa stesse sognando Mirko per avere quella reazione durante il sonno, ma nel farlo, girò intorno al letto in modo di essere di fronte a Mirko. Era indeciso se restare li a guardare le modificazioni del pisello di Mirko oppure se approfittarne… La voglia non era poca, ma non gli sembrava nemmeno carino comportarsi come il personaggio di un porno di serie B, che approfittasse della situazione, e che Mirko fosse la contro parte dello stesso film, in cui arriva a eiaculare senza nemmeno svegliarsi!
Non era credibile in un film porno, che un uomo non si svegliasse al contatto di una mano, o una bocca, sul proprio cazzo duro, nel sonno, figuriamoci nella vita reale!
Per cui si insalivò per bene il palmo della mano, e la avvolse sul cazzo ormai totalmente eretto di Mirko cominciando a segarlo molto lentamente. Mirko, chiaramente, si svegliò quasi subito a sentire qualcosa di caldo e scivoloso che gli avvolgeva il cazzo. «Credevo fosse un sogno in cui mi stessero facendo una pompa» disse senza alcuna vergogna. D’altronde ormai avevano già scopato, fare i timidi non aveva molto senso pensò tra se Mirko, inoltre l’idea di una pompa, appena sveglio, gli scatenò un impennata di ormoni nel sangue. «Se ci dai con la bocca, non mi lamento mica!» Disse Mirko a Franco sorridendo, così Franco lo fece sedere sul bordo del letto, e restando a terra sulle ginocchia cominciò a darsi da fare con la bocca sul cazzo ormai fradicio di Mirko.
Stranamente, in quel momento, non si sentiva, come succedeva spesso in situazioni simili, in dovere di dover dimostrare quanto fosse bravo a fare pompini: semplicemente fece quello che gli stimolava piacere: usare la bocca, alternando il come, a seconda delle reazioni vocali, o di altro tipo, di Mirko.
Quest’ultimo ci mese poco a prendere a carezzargli la testa, ma quando Franco scese fino alla base del cazzo, facendo sentire chiaramente la cappella di Mirko carezzata dalla gola, quest’ultimo cominciò a farsi prendere dalla libido: si alzò in piedi così da smettere di costringere Mirko a stare incurvato, afferrò saldamente una ciocca di capelli in una mano e con l’altra impugnò bene il mento di Franco e si mise a scoparlo, molto lentamente, in bocca. Avendo sperimentato poco prima la capacità di Franco di prenderlo sino in gola, si accertò che, almeno un affondo su tre nella sua bocca, fosse davvero sino a fondo corsa, sostando un attimo più a lungo per godersi la sensazione, della pelle calda della gola di Franco, carezzargli la cappella ormai fradicia di un misto di saliva densa di Franco e del suo pre sperma. Ormai infoiato oltre misura, iniziò ad allungare i tempi di permanenza nella gola di Franco quando si spingeva così avanti: aveva spostato la mano che teneva il mento, dietro la sua nuca così da costringerlo a tenere la sua cappella in gola, sempre più a lungo. In realtà sperava di arrivare al punto che Franco non ce la facesse più di quella ostruzione in gola, e tossisse sulla sua cappella: per esperienza sapeva che quando tossivano in quel frangente, la gola si contraeva forte sulla cappella dando una sensazione di goduria fortemente aumentata.
Sfortunatamente, Franco doveva aver fatto molta pratica, perché per quanto Mirko tenesse la cappella piantata in gola Franco di tossire non dava proprio segno. In compenso, se non altro, più stava dentro la gola e più rumorosa si faceva la respirazione di Franco: poteva vedere dall’alto della sua posizione in piedi, le narici che si dilatavano fortemente, in quel momento di richiesta di ossigeno aggiuntivo e la cosa lo eccitava oltremodo!
Dopo un po' di quel gioco, chiaramente erano entrambi iper eccitati: Mirko sentiva sempre più spesso la voglia di lasciarsi andare in bocca a Franco, e Franco sentiva il buco del culo reclamare il proprio premio. Così Franco mollò la presa e si alzò in piedi. Mirko stava per protestare per quell’inattesa interruzione, ma Franco gli piantò la lingua in bocca iniziando un lunghissimo bacio che alla lingua di Mirko sapeva di saliva vista al sapore del proprio pre sperma, che conosceva fin troppo bene. Franco lo spinse all’indietro delicatamente, e Mirko si lasciò andare finendo sdraiato con le gambe fuori dal letto con i piedi a terra. Franco allungò una mano verso il comodino, infilò la mano nel cassetto e la estrasse tenendo tra le dita una bustina argentata fin troppo nota a entrambi: aperse la bustina con le dita, estrasse il preservativo, e dopo una colata abbondante di saliva sul cazzo di Mirko glielo fece indossare. Era chiaro a entrambi che stesse per accadere, e nonostante questo, i due ragazzi, ognuno a modo proprio, erano eccitatissimi come se fosse la prima volta. In effetti per Mirko era la prima volta che avrebbe inculato Franco, ma non certo la prima volta che si inculava un maschio!
Franco salì sul bordo del letto mentre Mirko lo teneva per i polsi per non farlo cadere all’indietro. Franco mosse il culo il modo di sentire la gomma bagnata scivolare lungo il solco tra le natiche e quando senti che strusciava sul pelo intorno al buco, aggiustò la posizione e disse solo: «dai spingilo tutto!»
Mirko non se lo fece ripetere, sebbene ignorasse volutamente quella che sembrava una richiesta di entrata a tutta lunghezza, ignorando il dolore che avrebbe potuto provocare salendo su per il culo di Franco sin dal primo ingresso: spinse la cappella, godendosi la difficoltà a riuscirci perché Franco era davvero serrato al momento; d’altronde Franco non aveva dato a Mirko alcuna possibilità di prepararlo in nessun modo alla penetrazione: di solito Mirko, prima di entrare in un culo, lo preparava usando la lingua per rilassare il buco e spingere all’interno quanta più saliva riuscisse, poi passava alle dita usandole in modo incrementale per allargarlo un po' così da rendere più facile l’entrata del suo cazzo piuttosto largo; ma ormai gli era chiaro che Franco preferiva un sesso più duro come passivo; «E chi sono io per contraddirlo?» Si disse mentalmente mentre si godeva le espressioni contratte del visto di Franco mentre la cappella riusciva finalmente a forzare il blocco iniziale. Appena entrata Franco fece un verso che era chiaramente un misto tra una lamentela per il dolore appena percepito, e la goduria di provarlo quel dolore e mentre Mirko pensava a come procedere, Franco se ne usci con un: «E dai: ficcalo tutto non devi preoccuparti per il dolore, a me piace!» E per dare conferma alle sue parole, mentre Mirko poco deciso proseguiva la scalata verso la prostata di Franco, quest’ultimo, senza preavviso, calò il bacino di botto. Il risultato fu che se Mirko non avesse avuto un certo controllo sarebbe venuto in quel preciso momento, un po' per il gesto di Franco un po' per il lamento e le contrazioni del viso di Franco al momento in cui le chiappe di quest’ultimo raggiunsero il pube di Mirko.
Franco sollevò il bacino nuovamente e si fermò a una altezza tale da rendere comodo a Mirko di fotterlo dal basso, e avendolo capito Mirko cominciò a pomparlo duramente in culo: a ogni lamento di Franco lui spingeva più forte, ormai non si preoccupava più del dolore che stesse procurando: dall’erezione a piena pressione che Franco aveva mostrato dopo il primo affondo ormai era chiaro a Mirko che Franco era un po' masochista nel fare il passivo per cui cercò di dare quello che Franco volesse da lui: piacere misto a dolore. Chiaramente la scopata in quella posizione none era il massimo, per cui Mirko tirò a se Franco per baciarlo e mentre limonavano con le bocche piene di saliva lo cinse con le braccia e si alzo, ruotò di 180° e distese Franco sulla schiena: «Adesso di che posso darti quello che vuoi!» Disse a voce alta così che la frase arrivasse al cervello annebbiato dal piacere di Franco.
Franco disse solo: «più forte che può, ed fregatene se mi lamento!»
Mirko lo prese in parola: stando in piedi con il bacino di Franco all’altezza giusta poté scatenarsi: pompava duro, veloce e a ogni affondo vedeva le mani di Franco artigliare il bordo del materasso per non scivolare indietro per via della spinta che riceveva. Dopo qualche minuto di quella cavalcata furibonda, Mirko era fradicio di sudore, ma non sembrava volersi arrendere al caldo e mantenne il ritmo. Dopo un po' rallentò e vide un attimo di delusione sul viso di Franco, che scomparve subito quando raccolse le sue palle nel palmo della mano e comincio a stingerle progressivamente, senza alcuna remora. Nel momento di massima stretta vide l’addome di Franco contrarsi spasmodicamente: «già pronto a sborrare?» Gli chiese l’amico con un sorriso di sfida.
«Con uno che ha capito subito come mi piace prenderlo? Certo che si, ma tu continua anche se vengo!» Fu la risposta con la voce rauca e carica di tensione sessuale al limite.
Mirko si fermò con il cazzo totalmente piantato nel culo di Franco: con una mano continuava a stringere i coglioni a momenti alterni, godendosi i lamenti di Franco, con l’altra cominciò a segarlo. Ogni due, tre movimenti di sega, dava una strizzata potente alle palle che aveva nell’altro mano. Poi riprendeva a segare Franco e durante la sega metteva in trazione lo scroto tirandolo sempre più in basso… Quando sentiva che non c’era più nulla da tirare, allora strizzava forte le palle rilasciando la tensione in lunghezza sullo scroto. Ormai sembra che Franco stesse sbarrando in continuazione, e invece erano solo quantità industriali di pre sperma, che continuavano a essere espulse a ogni momento di picco di dolore. Franco era un lamento continuo, sincronizzato con i momenti più intensi di dolore, ma insieme ai lamenti c’erano tutta una serie di porcate d’incitamento per Mirko affinché continuasse senza pietà.
Mirko sapeva bene che in realtà il dolore era relativo: capiva dalle reazioni del cazzo di Franco quando interrompere lo stimolo, oppure dai capezzoli che alternano momenti in cui sembravano bottoni di marmo a momenti in cui si rilassavano. Ormai era fermo con il cazzo ben piantato nel culo di Franco da diversi minuti, ma il suo cazzo non dava segni di cedimento dovuti alla temporanea inattività.
A un certo punto, Franco con la voce ormai impastata dal misto di sofferenza e godimento, fu perentorio: «Fottimi fino a venirmi dentro, ti prego!» Mirko non capì se fu il tono di voce, la frase stessa o cosa altro: sentì un brivido corrergli dalla cervicale giù sino all’osso sacro: estrasse il cazzo di quel tanto che bastava a far muovere Franco senza uscire del tutto dal suo culo, facendo attenzione che il preservativo non si sfilasse, tenne Franco per i fianchi gli fece capire che doveva girarsi su 180° così da trovarsi a pecorina. Mirko dovette fare ricorso a tutto il suo autocontrollo per non venire mentre sentiva il buco del culo di Franco ruotargli attorno al cazzo durissimo. Appena Franco fu nella posizione che Mirko cercava prese a scoparlo più duramente che gli riusciva: voleva, sperava, di concludere contemporaneamente al suo amante e per essere più prossimo alla possibilità di riuscirci glielo disse chiaramente «Dai voglio che sburriamo assieme: sentire il tuo buco contrarsi sul mio cazzo mentre vengo sarà stupendo!» L’unica risposta di Franco fu: «Dacci dentro allora!»
Andarono avanti scopando per diverso tempo: ogni volta che Mirko sentiva franco vicino a sborrare, rallentava il ritmo e cercava di fargli meno male in culo, mentre Franco quando sentiva Mirko cominciare a contrarsi aumentava la propria sega per riuscire ad accontentarlo nella sua richiesta. Ci volle un po’, ma all fine riuscirono a sincronizzarsi abbastanza da riuscirci: «Ci sono quasi: quando vuoi…» Mormorò sensualmente Franco. Mirko inclinò leggermente il bacino di Franco verso l’alto per riuscire a stimolare meglio la prostata di Franco a ogni bordata che dava affondando dentro di lui.
Quando Franco, che teneva d’occhio l’addome di Mirko per capire quando stesse per venire, intuì che era il momento giusto, aumentò il ritmo della propria sega, e Mirko intuendo cosa stesse per accadere, strinse duramente le palle di Franco nella sua mano: vennero entrambi dicendo all’altro «vengo»… Mirko fu stimolato a spingere ancora a fondo, forse un po' troppo a fondo si domandò dopo, nel vedere il primo schizzo lanciato da Franco colpirlo dritto in bocca; bocca che Franco aveva spalancando estraendo la lingua sapendo, per esperienza, che i primi due, tre schizzi riuscivano quasi sempre a entrargli in bocca. La scena, vista dal punto di vista di Mirko, fu troppo eccitante, inducendolo a rilasciare tutto quello che aveva montato nei coglioni, durante la scopata, nel preservativo dentro il culo di Franco, temendo quasi che il serbatoio non sarebbe riuscito a trattenere tutto quel seme che stava rilasciando. Quando sentì che gli spruzzi stavano calando di quantità, Mirko si piegò in avanti per raggiunger la bocca impiastricciata di Franco: la leccò avidamente, e restituì quello che era riuscito a leccare a Franco con un lungo bacio di lingua ben sborrata.
Come era sua consuetudine Mirko collassò sul corpo di Franco: entrambi erano fradici in quel pomeriggio di luglio, ma la cosa invece che infastidirli, li eccitava entrambi: inoltre il sudore dei due ragazzi misto allo sperma sulla pancia e il petto di Franco rendeva lo strusciarsi molto eccitante per entrambi.
Mirko iniziò a sfilare il cazzo, ancora ben duro nonostante l’abbondante sborrata, dal buco di Franco, facendo attenzione a tenerlo per la base così che non succedesse che si sfilasse proprio nel momento sbagliato. «Nooo, non ancora, ti prego…» Frignò Franco, mentre sentiva il cazzo di Mirko abbondargli il culo ormai totalmente dilatato. «Franco, finché lo facciamo, come si deve fare, con il preservativo, questa cosa è inevitabile, lo sai: non posso farlo ammosciare dentro, come ti piace, altrimenti tanto valeva farlo a pelle, perché il preservativo mi si sfilerebbe mentre sono ancora dentro. Lo sai!»
Se da una parte Franco era consapevole e contento della correttezza di Mirko, dall’altra lo malediceva perché amava sentire il cazzo ammosciarsi dentro il culo dopo la scopata, ma la parte razionale del cervello aveva ripreso il controllo: «lo so Mirko ed è per questo che continuiamo a scopare noi due: per quanto si gode, si usa entrambi la testa, sempre!»
Mirko nel frammentare aveva tolto nel modo corretto il preservativo e, dopo averlo annodato per bene, lo aveva appoggiato sul comodino. «Certo che potevi dirmelo che come passivo sei un pochettino masochista…» Disse sorridendo Mirko mentre dava un’altra strizzata, molto più soft, alle palle di Franco, che nonostante tutto ebbe un attimo di tiraggio al cazzo in risposta alla strizzata. «Chissà che effetto ti fa la stessa dose di dolore mentre stai facendo l’attivo» si chiese a voce alta Mirko guardando dritto negli occhi Franco che pareva non volergli anticipare nulla in merito.
«Magari la prossima volta si può provare e vedere che succede: se ti arriva un destro, allora vuol dire che mentre ti sbatto io non va bene…» Disse mettendosi a ridere Franco, seguito a ruota da Mirko.
«Dai su, facciamoci sta doccia che tra un po' arrivano gli altri…» Disse Mirko. «Già: mai un attimo di pace qui dentro» rispose con fare distratto mentre controllava quanti preservativi restavano nella scatola. Alla fin fine, dovevano bastare per la serata che era in programma: dopo cena sarebbe arrivata una coppia conosciuta su Grindr per una cosa a quattro… E non si poteva restare senza preservativi sapendolo…