La cena di capodanno ormai stava volgendo alla fine: erano le 4 di mattino e, chi più chi meno, ci si apprestava a sistemarsi per la notte. Ero ormai deciso, anch’io, a rientrare per riposarmi un po’, quando mio fratello, piuttosto alticcio, mi disse «senti, mi sa che ho bevuto un po’ troppo: con la fortuna che ho, finisce che mi ferma una pattuglia, mi daresti uno strappo a casa, visto che al solito non hai toccato una goccia di alcool ?» Ignorai, volutamente, il tono canzonatorio che aveva usato nel dire «al solito non hai toccato una goccia d’alcool» e feci cenno di si. Cominciammo il giro dei saluti, i vari amici, ed infine i padroni di casa che avevano organizzato una serata così piacevole. Mentre abbracciavo Maria mi sussurrò all’orecchio «Grazie che lo porti a casa, ma fammi un piacere: dopo che lo hai messo a letto, portati via le sue chiavi della macchina, gli dirò che le ha lasciate qui stasera.» Capivo il timore della ragazza di mio fratello, per cui le feci un cenno di assenso e lo presi sotto braccio indirizzandolo, nel suo barcollare, verso la porta che dava sul giardino davanti casa.
Arrivati in macchina Alex si addormentò, come immaginavo, per tutto il viaggio che richiedeva non più di una trentina di minuti: abitava in un cascinale poco fuori la città; il viaggio fu tranquillo, visto l’ora, e giungemmo a casa sua senza problemi; cercai di svegliarlo, ma quasi sicuramente era semi addormentato visto che dovetti portarmelo appoggiato su una spalla fino all’ingresso. Aperta, non senza qualche difficoltà, la porta lo trascinai dentro e puntai diretto verso la camera da letto, scaricandolo sul suo mega lettone matrimoniale sovrastato dagli specchi, il maiale si vantava sempre della sua camera da letto, quando ne parlava alle sue amiche, da che era andato ad abitare li.
Lo guardai un attimo e, realizzato che non sarei stato in grado di svegliarlo abbastanza perché si spogliasse da solo, mi tolsi il giubbetto per agevolarmi nell’impresa: ancora quando viveva in casa con noi, avevo avuto l’incarico di spogliarlo per metterlo a letto, e ricordavo bene quando fosse faticoso con lui a peso morto! Gli sfilai le scarpe e le calze: quella fu la parte più facile, poi via il giubbetto e la camicia; per fortuna l’aveva indosso al posto di un maglione, che avrebbe complicato sicuramente la manovra. Ora toccava ai jeans, cosa più complicata visto la sua maledetta abitudine di portare modelli con gamba a tubo, pur avendo polpacci da giocatore di rugby! Usai il solito metodo: via la cintura, aperti i jeans abbassare il davanti, poi rotolarlo, ignorando i suoi grugniti e lamenti, abbassare la parte posteriore e sfilare, poi, dalle gambe: l’esperienza nello spogliarlo da più giovane, se non altro, mi era venuta comoda!
Lo feci rotolare nuovamente, per non farlo restare a pancia in giù, e sorpresa, sorpresa me lo ritrovai con il pisello totalmente in erezione sotto lo slip, rigorosamente rosso fuoco, alla faccia che non credeva alle superstizioni, tanto che il glande era totalmente fuoriuscito dall’elastico in vita. «Pazienza» mi dissi, «fatto trenta facciamo trentuno» pensai mentre gli sfilavo la maglietta e poi lo slip.
Non avevo mai, e poi mai, visto mio fratello da un punto di vista puramente sessuale: sapevo perfettamente che era un bel ragazzo, atletico, ma vederlo li nudo con il pisello svettante all’aria iniziò a farmi girare strani pensieri per la testa: «vabhe tanto al massimo gli posso dire che se lo è sognato, visto che era tanto ubriaco da necessitare che lo portassi a casa, che lo spogliassi e lo mettessi a letto» fu il pensiero maligno che mi passò per la testa mentre, già con il dito, passavo il contorno del suo membro che pareva rispondere vibrando in maniera appariscente. Mi sedetti a fianco a lui, sul bordo del letto, e mi chinai con la faccia sul suo cazzo teso: aspirai a fondo e riconobbi il profumo del suo cazzo che molte volte, da adolescente, avevo usato per masturbarmi annusandolo dalla sua biancheria usata, al rientro dagli allenamenti. Mi trovai, quasi istantaneamente, in erezione pure io, per cui decisi di spogliarmi perché tutto sommato sarei stato più comodo. Nudo in fianco a lui provai a vedere se reagiva toccandogli prima lo scroto, poi il fusto del cazzo e poi la cappella; percepii tra le labbra come una vibrazione, uno spasmo ed una salata goccia di pre sperma mi si depositò sulla lingua facendo salire la mia libido a livelli pericolosi, per lui si intende!
Iniziai a pompare lentamente, ma scendendo bene a fondo, così da infilarmi quei circa diciannove, venti centimetri di cazzo giù per la gola, e più ripetevo il movimento e più mi sentivo eccitato: stavo tirando una pompa al fratellone!! Quante volte avevo sognato quella scena, mentre mi segavo da ragazzino, sotto le lenzuola cercando di non fare rumore, perché lui non si accorgesse di quello che stavo facendo, ed adesso ero li, a pomparlo con tutta calma, seppure con lui del tutto assente all’azione.
Man mano pompavo lui allargò le gambe, forse stava sognando che la sua ragazza lo stesse succhiando, per cui si muoveva come faceva con lei, non seppi trattenermi e, continuando a pompare, cominciai a carezzargli le palle e poi a massaggiare la zona tra lo scroto e l’orifizio anale ben protetto da un fitto cespuglio di pelo duro e spesso. Quando arrivai li, lo feci senza pensare, come se fosse uno dei miei incontri con uno dei miei soliti trombamici: appoggiai il polpastrello, e cominciai a massaggiarlo con un movimento rotatorio, a fior di pelle.
Il suono che sentii alle mie spalle mi fece arrapare ancora di più: emise un grugnito misto ad un muggito: un suono tipicamente maschile, di chi sta godendo come un toro! Mi domandai se fosse possibile che quel suono fosse stato stimolato dal mio dito sul suo buco grinzoso, e mi dissi che non era possibile: lui era il fratellone etero spacca fighe! Non era possibile che stesse godendo perché gli toccavo il buco del culo!
Deciso a chiarire il mistero, ripetei la manovra e questa volta insieme al suono precedente arrivò una corposa dose di pre sperma in bocca. Gli piaceva! Ma come era possibile mi domandavo? Un etero certe manovre nemmeno la permetterebbe se fosse cosciente! «A meno che» pensai e, per chiarirmi questo dubbio, ripetei la manovra, ma questa volta mi insalivai prima il dito e quando iniziò a muggire spinsi delicatamente il dito verso lo sfintere: meraviglie delle meraviglie! Lo sfintere si dilatò e si inghiottì la prima falange del mio indice. Non potevo crederci!! Mio fratello era, probabilmente, un bisessuale e quasi sicuramente, nemmeno ne era cosciente.
Rilasciai il cazzo dalla bocca e mi spostai in posizione da sessantanove così da avere la testa tra le sue muscolose cosce, e gliele allargai ancora di più: lui non protestò, avvicinai la faccia al buco e diedi un colpo di lingua al buco e la reazione fu immediata: un grugnito, degno del miglior maiale da riproduzione, uscì dalla sua bocca. Sorrisi, tra me e me, mentre cominciai a leccare avidamente quel buco ormai rilassato e cedevole.
Mentre ero li a gustarmi il suo buco sentivo il mio cazzo che strusciava sulla sua faccia, ma non ci davo bado, ero troppo eccitato a leccargli il buco, e si sa che in queste cose, una ne tira un altra così, tra una leccata e l’altra, infilavo la punta di un dito, ed alla fine il dito restò dentro, mentre continuavo a leccare tutto intorno dove il mio dito spariva dentro di lui.
Sentivo il buco morbido e rilassato, intorno il mio dito, per cui mi domandai se ce ne sarebbe stato un altro o se si sarebbe irrigidito all’aggiunta. Senza far uscire l’indice puntai il buco con il medio e piano piano lo feci scivolare dentro: altro muggito, ancora più gutturale dei precedenti, cosa ancora più strana sentii le labbra che si aprivano ed accolse il mio cazzo in bocca iniziando a poppare come se fosse una tettarella!
Mi volto a guardare lui che mi succhia, era pur uno spettacolo che meritava di essere visto!! Non sembrava particolarmente stupito di aver aperto la bocca per accogliere il mio cazzo, anzi dall’espressione sembrava piacevolmente stupito dalla novità che si stava gustando: quasi pareva che stesse meditando tra se e se, sul gusto, sulle sensazioni, sul suo sentirti nell’effettuare una manovra che per lui, fino a qualche ora prima, sarebbe stata indice di una chiara frociaggine senza possibilità di dubbio alcuno.
Ovvio non potevo sapere se tutte quelle impressioni che scorrevano sul suo viso fossero solo per il fatto di trovarsi a succhiare un cazzo, o per il fatto di sentirsi il buco sempre più aperto, da due dita impertinenti, che lo stimolavano da dentro, o per entrambe le cose; l’unica certezza che avevo era che se la stava godendo alla grande, e questa certezza mi veniva da un solo fatto: il suo membro era duro come il marmo ed un fiume di pre sperma continuava a fuoriuscirne !!
Ad un certo punto mi fermai, indeciso sul da farsi: fermarmi a quel semplice gioco oppure procedere fino a tentare un rapporto completo? E se si, rapporto come attivo o come passivo? Mentre son li che medito, muovendo distrattamente le due dita nel suo culo, mi volto e lo vedo con gli occhi aperti che mi fissa, ma senza una espressione che potesse indicarmi se fosse contento, arrabbiato, stupito o che altro: mi blocco all’istante, se reagisse male rischio di farmi menare e, vista la stazza, era una cosa che avrei evitato volentieri! Alex inclina la testa, un po’ come fanno in cani, in certi momenti in cui sono in dubbio sul da farsi, e mi dice «Sei proprio un gran bastardo! E per due ben precisi motivi: prima perché approfitti di tuo fratello che ha bevuto troppo, secondo, e questo è ben più grave…» ed a questa frase comincio ad impensierirmi sullo sviluppo della situazione a mio sfavore, «perché stai li con non so quante dita ficcate su per il culo e non le muovi più!». Concluse la frase con un sorrisone sornione, che non dava adito, a dubbi, sul fatto che pretendesse che continuassi quello che stavo facendo, ed io prontamente ripresi a muovere le dita nel culo con un movimento rotatorio cerando di raggiungere la prostata così da eccitarlo il più possibile e sperando, così, che non che non cambiasse idea sul più bello.
Era chiaro che la cosa non sarebbe finita li… più allargavo il buco e più lui ansimava rumorosamente dal naso, avendo la bocca piena del mio cazzo, che non avevo assolutamente intenzione di spostare da dove era!! Alex mi prese per i fianchi e mi fece ruotare così da poter continuare il 69 entrambi sdraiati: non se per paura che gli venissi involontariamente in bocca o solo per pura comodità, fatto sta che il 69 andò avanti per un bel po’ con il pieno godimento di entrambi. Ci fermammo ad un certo punto… un punto in cui entrambi eravamo arrivati più volte troppo vicini allo stato di non ritorno: era chiaro che avevamo la stessa abitudine nella masturbazione. Ci piaceva tirarla lunga… arrivando spesso a poco dal venire, ma fermandoci spesso per tempo così poi da poter riprendere il gioco dopo un po’. «Prendimi le sigarette dal giubbetto.» Mi disse Alex mollando il mio cazzo per poterlo dire. Un po’ deluso, le presi. Temevo che adesso che si era interrotto il momento magico, le cose sarebbero finite li. Invece, una volta che entrambi accendemmo le sigarette, riprese a giocare con una mano con il mio cazzo, ed io ovviamente restituiti il favore.
Distrattamente, o almeno così pareva, Alex se ne uscì con: «Se si gode così tanto con due dita, chissà come deve essere vere un cazzo infilato su per il culo. Di solito alle mie donne piace, ma ho il sospetto che tra maschi per quanto ugualmente eccitante, le sensazioni sino totalmente diverse…» e lasciò il discorso… sospeso senza farmi capire se fosse solo una sua elucubrazione o una richiesta di sperimentare. Io ormai troppo arrapato mi lanciai afferrando l’occasioni al volo: «Hai solo un modo per verificarlo fratellone…» e non dissi altro.
Finimmo la nostra sigaretta senza dire altro. Io ormai ero quasi certo che la magia del gioco iniziato, mentre dormiva, fosse svanita ed invece Alex, spenta la sigaretta si mise a pecorina, con il culo ben esposto, dicendomi: «così immagino si goda di più no?»
Non me lo feci dire una seconda volta: ripresi a slimonargli il buco del culo, e una volta di nuovo bello rilassato ricominciai con le dita, dentro e fuori cercando, ad ogni affondo la sua prostata, e ricevendo conferma di averla trovata dal suo ansimare e dalla macchia sempre più grande sul lenzuolo, del suo pre sperma che aveva ripreso a colare copiosamente. Ovviamente in quella posizione io non venivo manipolato, ma mi stava benissimo così… vedere quel bisonte di mio fratello nudo, ormai coperto da sudore da eccitazione dappertutto, e con il buco del culo sempre più largo, mi soddisfaceva anche se non stavo ricevendo attenzioni dirette di nessun tipo.
Successe all’improvviso: sembrava totalmente rilassato godendosi quella stimolazione, ormai molto profonda, nel culo. «Prima che cambio idea: fammi provare che succede se me lo dai in culo.» Il mio solo pensiero fu di appoggiare la cappella al pelo, ormai fradicio del mio sputo, che copriva il suo buco. Non successe quello che temevo, ossia che sentendo la grossa cappella appoggiarsi, si irrigidisse richiudendolo, anzi spinse leggermente indietro come ad inviarmi ad entrare.
Stavo per dirgli di avvisarmi se gli avessi fatto male, quando notai le sue grandi mani artigliare le lenzuola, mentre lui espirava molto rumorosamente… «puttana miseria: non credevo ce lo avessi così grosso!!» Ma lo disse con un tono canzonatorio nonostante fosse evidente che stava soffrendo inizialmente. Mi trovai con la cappella bloccata a meta strada ed io, in dubbio, se forzarlo per entrate tutto o se fermarmi, ed estrarlo per ricominciare. Da bravo giocatore di rugby quale era mi incitò: «dai cazzo, spingi: non penserai che in campo non sia in grado di reggere un po’ di dolore vero?»
Non lo feci nemmeno finire la frase che diedi un gran colpo di reni affondando totalmente dentro di lui. Si fece sfuggire una bestemmia, tanto che per un attimo temetti una sua reazioni fuori luogo. Mi bloccai comunque, per dargli il tempo di adattarsi alle mie misure dentro di lui, e lui stesso mi fece capire quando fu pronto per continuare: comincio a scoparsi da solo, sul mio cazzo, facendo avanti ed indietro prima lentamente, e solo a meta cazzo, poi prendendone sempre più in profondità, finché non arrivò con le chiappe muscolose a toccare il mio pelo del cazzo. «Adesso ci siamo: allora è vero che il dolore dura poco, ed il godimento prende il posto del dolore in fretta: datti da fare fratellino, adesso devi farti perdonare per il dolore iniziale.»
Fu una notte irripetibile… man mano gli proponevo nuove posizioni lui accettava sempre più eccitato, non parliamo poi quando gli proposi di alternarci a scopare, così da far durare la scopata più a lungo. Con me non fu delicato, né premuroso, probabilmente perché sapeva che ero gay già da anni, per cui dava per scontato che, nonostante le sue dimensioni, non avrei avuto problemi di sorta a riceverlo tutto, ed aveva ragione da vendere!!!
Grazie all’esperienza, maturata in anni, nel prolungare le seghe all’infinto, continuammo a scoparci tutta la notte, senza mai sborrare. Fu solo verso le 6 di mattino, che io ormai cominciavo a sentire un certo dolorino alle palle e gli dissi chiaro e tondo, che non sarei durato ancora molto. Si sfilò il mio cazzo dal culo, con mio sommo dispiacere: speravo che visto come era andata la nottata, mi avrebbe fatto venire nel suo di culo.
Ma mi tirò subito su il morale, come solo lui sapeva fare: «Fatto trenta, facciamo trentuno: vienimi in bocca, son sempre stato curioso del perché la maggioranza delle fighe non vuole farlo. Almeno se e così schifoso lo capirò una volta per tutte!!»
Non ci credevo lì per lì : «Mi stai chiedendo di sborrarti in bocca fratellone?» Volevo essere certo perché non volevo rovinare la nottata per una fraintendimento. «Beh si, voglio provare: non dovrebbe essere difficile no? Mi scopi in bocca finché non schizzi tutto dentro: io faccio così con le fighe che me lo permettono!» Il suo continuare a riferirsi alle sue donne, un po’ tendeva a smontarmi, ma l’idea di vederlo ingoiarmi tutto, me lo fece diventare ancora più duro, se fosse stato fisicamente possibile!!
Volli anche accertarmi che non prendesse quest’ultimo esperimento, come una imposizione: «Va da se, fratellone, che non sei obbligato ad ingoiare: se non te la senti sputa pure…» Non so se fu una mia impressione, o meno, ma al pronunciare la parola ingoiare mi sembrò che gli si illuminassero gli occhi, nella penombra della sua stanza.
Per tutta risposta, prese un paio di cuscini e se li sistemò bene sotto la nuca, poi si batte sul petto quelle grandi manone dicendomi solo: «Dai sali e fammi sentire che si prova a prendersi una sborrata in bocca!»
Non me lo feci ripetere… gli salii sopra e cominciai a fotterlo lentamente in bocca. Ogni tanto spingevo un po’ di più, per cercare di sentire la mia cappella completamente foderata dalla sua gola, ma come immaginavo, per quanto sembrasse piacergli al situazione, non aveva abbastanza pratica per non tossirmi sulla cappella, dopo qualche secondo di quel gioco. La scopata in bocca non durò molto: un po’ per le ore di scopate precedenti, un po’ per la mia eccitazione all’idea di farlo bere… ad un certo punto ormai non ce la facevo più, cercavo di controllarmi così da non venirgli in gola, e come quasi tutti i maschi di questo mondo, quando sentii che ormai stava per uscire glielo sussurrai: «Alex sto per sborrare, se hai cambiato idea e l’ultimo momento che hai per dirmelo, prima che ti allago la bocca.» Mi stupii io stesso di quanto rocca, e porca, suonava la mia voce mentre lo dicevo!!
Per tutta risposta Alex mi prese le chiappe, una per mano, e mi tiro forte a se, così da farmi capire che lo voleva. Mi appoggiai con una mano sul muro per non schiantargli addosso una volta finito, e rilasciai la sborrata che sapevo sarebbe stata molto abbondante, visto le ore di sesso precedenti. Fu istintivo, non lo feci apposta: appena sentii il primo schizzo salire, lo presi saldamente per i capelli così da trattenerlo lì, ed impedirgli di spostarsi, ed al mio solito ululai mentre scaricavo schizzi densi, e bollenti, nella sua bocca, e riuscendo vagamente a capire cosa stava succedendo al mio cazzo: avevo come l’impressione che man mano schiazzavo, Alex usasse al lingua per spalmarmi la sborra, sul fusto del mio cazzo, ormai totalmente immerso nella sua bocca piena.
Conoscevo quella sensazione di cazzo ammollo nella sborra nella bocca di qualcuno, e pensai che non se la sentisse di ingoiare tutta quella broda. Invece Alex fece un ultimo sforzo muovendo la testa in avanti, fino ad avere la cappella in gola, ed in quel momento ingoiò tutto quello che poteva!!!
Poco ci mancò che venissi una seconda volta, per l’eccitazione che quel suo gesto mi aveva caricato.
Per tutto il tempo della manovra nella bocca, Alex aveva continuato a segarsi, ed evidentemente era pronto anche lui… mi disse solo «Svelto: monta sul cazzo e ficcatelo dentro!» Esegui al volo ed appena mi fu dentro, totalmente, sentii Alex che spingeva ritmicamente verso l’alto per scaricarmi tutta la sua di sborra in culo.
Mi teneva per i fianchi, così da impedirmi di sollevarmi anche di un solo centimetro, e lui ne approfittava per cercare di infilarmi, anche i suoi coglioni, nel culo, durante quelle splendide spinte pelviche, dovute alla sua eiaculazione in profondità.
Prese fiato senza sfilarmelo dal buco … ci mise un po’, e dopo un minuto aperse gli occhi e sorridendo mi disse: «Senti come sta colando fuori, adesso che mi si sta ammosciando.» Diede un’ultima spinta verso l’altro, con il cazzo ormai quasi totalmente moscio ed aggiunse: «Buon anno fratellino!!»
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